
E’ in visita nel capoluogo abruzzese, il segretario Pd e candidato alle primarie del centrosinistra Pierluigi Bersani, ma il pensiero vola oltreoceano e della vittoria di Obama è «assolutamente contento».
Lo ha detto oggi a margine della visita ai laboratori sotterranei del Gran Sasso dell’Infn ad Assergi. «Per l’Europa – ha aggiunto il segretario Pd in visita in Abruzzo nell’ambito della campagna elettorale per le primarie del centrosinistra – è un’ottima notizia perché avremo in Obama un ottimo interlocutore poiché è molto interessato a che l’Europa cresca e che esca da una politica di sola austerità. In più voglio anche ricordare che Obama ha vinto con un particolare linguaggio di coraggio della verità: non ha concesso niente ad affermazioni di tipo populista che oggi va di moda negli Stati Uniti e si è concentrato sui temi del lavoro, anche in polemica con il predominio della finanza che veniva meglio interpretata dall’altro contendente. Quindi è una bella vittoria».
Bersani si è poi espresso in merito alla legge elettorale: «Noi lavoriamo per un accordo però voglio dire due cose molto precise: la prima è che nessuno pensi che si possa andare avanti a strappi, magari fatti contro di noi, per poi aggiustare qualcosa dopo. Si deve ragionare sull’insieme di questa riforma. Non si va avanti a strappi. Seconda cosa, sia chiaro che non saremo mai disponibili ad approvare una legge che dichiarasse da subito che l’Italia non è governabile».
«Mi spiace – ha proseguito Bersani – ma questa responsabilità non ce la prendiamo perché non stiamo pensando al Pd ma al nostro Paese che ha un sacco di problemi e che deve essere governato da qualcuno l’anno prossimo».
Alla domanda dei cronisti sulla possibilità che si voglia varare una legge elettorale perché non vinca il Pd, Bersani ha sottolineato che «probabilmente per paura che possa vincere il Pd si arriva a decisioni che rendono purtroppo al di sotto la soglia di governabilità». «Non c’é nessuno che con il 30% voglia il 55% – ha continuato Bersani – ma attenzione, non possiamo consegnare il Paese alla prospettiva di non avere un azionista di riferimento per organizzare un governo per questo Paese».
Alla domanda riguardante il comportamento del leader dell’Udc, Pierferdinando Casini, sulla riforma elettorale e in particolare se questa possa essere indirizzata, come qualcuno dice, alla costruzione di un Monti bis Bersani risponde che «Sono cose che non sono assolutamente fondate, nessuno può pensare che dalla palude venga fuori un Monti bis»
Alla domanda dei cronisti sulla sua intenzione di inviare un messaggio a Casini ha sottolineato che «non ce l’ho con nessuno, invito tutti a riflettere, a fare come abbiamo fatto noi: prima di tutto l’Italia». «Noi – ha continuato – un anno fa abbiamo fatto una scelta che significa prima di tutto l’Italia, la facessero anche loro questa scelta – ha concluso – davanti al tema della riforma elettorale».
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