Incompatibilità: tempo scaduto

8 novembre 2012 | 15:21
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Incompatibilità: tempo scaduto

Consigliere o architetto, consigliere comunale o professionista, questo è il problema. La legge Barca ha concesso 90 giorni di tempo ai consiglieri comunali che hanno incarichi nella ricostruzione (professionisti, collaudatori, amministratori di condomini e presidenti di consorzi) per esercitare l’opzione. Dovranno scegliere insomma, fra l’Aula e il proprio incarico. Ciò in virtù della incompatibilità sancita dalla norma presa in prestito dall’Irpinia.

In tempi non sospetti, nel settembre scorso, il presidente del consiglio comunale, Carlo Benedetti aveva inviato una nota pregando i consiglieri di chiarire la propria posizione. Solo l’IdV, Giuliano di Nicola, ha rimesso il suo incarico di presidente di consorzio, ha riferito Benedetti, il quale ha dichiarato di condividere la norma tesa a garantire la terzietà dell’amministrazione.

Da un punto di vista burocratico l’iter funzionerà così: il presidente contesta formalmente la incompatibilità, il consigliere ha dieci giorni per presentare le controdeduzioni che vengono analizzate nel primo consiglio comunale utile. L’assise si determina, poi, con delibera e al consigliere incompatibile saranno concessi altri

dieci giorni per optare. Se non lo farà sarà considerato decaduto. In caso di inerzia del consiglio può intervenire anche il prefetto con il potere di surroga o la giustizia ordinaria.

I casi più o meno acclarai di incompatibilità sembrano essere quelli dell’architetto Piero Di Piero e Pierluigi Properzi, anche se quest’ultimo in qualità di dicente sembrerebbe non avere incarichi. Sul tavolo del presidente è giunta già la diffida per il caso Di Piero che sarà portato al primo consiglio comunale utile. A.Cal

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