
Sono state oltre 10mila (10.526 in totale) le richieste d’aiuto a cui il servizio 114 “Emergenza infanzia” di Telefono Azzurro ha risposto da gennaio 2006 al 31 agosto 2012. Una cifra che arriva a 11.459 casi se si aggiungono le 933 chiamate tra il 2003 e il 2005, quando il servizio era attivo solo in alcune regioni.
Il bilancio degli ultimi sei anni di attività di Telefono Azzurro è stato presentato ieri mattina nella sala Zuccari del Senato, dal presidente di Sos Il Telefono Azzurro onlus, Ernesto Caffo.
E’ soprattutto nelle ore serali e nei fine settimana, in concomitanza con gli orari di chiusura degli altri servizi, che il 114 viene chiamato per segnalare situazioni di emergenza per i minori.
Più di una telefonata su tre (35,9%) viene gestita nella fascia serale-notturna, mentre oltre una su cinque (21,2%) il sabato e la domenica.
Sebbene gran parte dei casi seguiti dal 114, il 46,2%, sia già nota ad altri servizi, esiste un 28,5% di situazioni ancora sconosciuta, soprattutto casi di violenze sessuali. Segno evidente questo della necessità, osservano gli operatori di Telefono Azzurro, di mettere a disposizione dei bambini e degli adolescenti un servizio al quale si possano rivolgere anche in forma anonima.
«Non si possono tagliare dai bilanci dello Stato risorse destinate ai bambini – ha sottolineato Ernesto Caffo – occorrono strumenti adatti e risorse adeguate: se non ci sono i servizi, i bambini non possono chiedere aiuto e nelle situazioni di emarginazione, violenza e devianza si interviene con difficoltà e in ritardo. Come l’esperienza del 114 ci insegna, è invece indispensabile cogliere immediatamente i segnali di sofferenza dei minori e unire le forze all’interno della comunità di riferimento tra servizi pubblici e privato sociale. Non dimentichiamoci dei bambini – ha concluso – l’aumento dei casi di abuso fisico nasce dalla fragilità delle famiglie, ora accentuata dalla crisi economica, e dall’assenza dei servizi di sostegno».
Durante l’incontro in Senato è stato presentato anche il “Dossier 2012 sull’emergenza infanzia e adolescenza in Italia e nel mondo“: lente di ingrandimento sui diritti negati e gli abusi subiti dai bambini. Dal documento, che raccoglie studi internazionali e dati sull’emergenza infanzia, emerge che nel 2011 le linee telefoniche del network [i]Child Helpline International[/i], di cui fa parte anche Telefono Azzurro, hanno ricevuto 13,8 milioni di contatti, esclusi quelli via internet, da parte di bambini e adulti di 133 Paesi. Un contatto su sette riguardava un caso di abuso. Le cinque principali forme di violenza subite dai minori sono state abuso fisico (29%), bullismo (26%), abuso sessuale (20%), trascuratezza (14%) e abuso psicologico (11%).
Situazioni di abuso e violenza si consumano maggiormente in casa, non solo per le donne, ma anche per bambini e adolescenti. Lo afferma Telefono Azzurro nel rapporto presentato ieri mattina, che riporta i dati raccolti ed elaborati dal primo gennaio 2006 al 31 agosto 2012. In questo arco di tempo, infatti, il 63,1% delle situazioni d’emergenza seguite dal servizio 114 di Telefono Azzurro si è verificato all’interno delle mura domestiche. Il pericolo incombe tuttavia anche in strada (18,3%) e in percentuale minore a scuola (5,7%) o a casa di amici e parenti (3,7%).
Nella maggior parte dei casi, il 78,3%, il presunto responsabile del disagio è uno dei genitori (nel 44,8% dei casi la madre, nel 33,5% il padre). Negli ultimi sei anni, inoltre, le richieste d’aiuto hanno riguardato in egual misura maschi (51,6%) e femmine (48,4%); prevalentemente bambini fino ai 10 anni (64,2% dei casi). Il 50% dei minori per cui è richiesto aiuto vive con entrambi i genitori, il 33,1% solo con la madre. Nell’88,9% dei casi è stato un adulto a chiamare per segnalare una situazione di disagio vissuta da un bambino.
Negli anni, prosegue Telefono Azzurro, si registra un considerevole aumento del numero di segnalazioni trasferite ai servizi sociali: dal 29,7% del 2006 al 49,1% del 2012. Quanto alle segnalazioni inviate alle forze dell’ordine, tra il 2006 e il 2012 si è assistito a un costante aumento del contatto con l’Arma dei carabinieri (dal 10% del 2006 al 22,6 % del 2012) per la gestione delle situazioni di emergenza.
Un dato rilevante che emerge dal dossier è infine quello relativo ai bambini stranieri: una segnalazione su 5 (il 19,5%) nel 2012. Nel 36% dei casi si è trattato di figli di immigrati nati in Italia. Al numero di emergenza sono arrivate però anche richieste di aiuto per profughi e rifugiati (33% dei casi seguiti), per figli di coppie miste (10,7%) e per minori ricongiunti (8,8%). Diversa la tipologia di problemi denunciati dagli stranieri rispetto a quelli manifestati dai bambini con cittadinanza italiana: gli stranieri devono fare i conti soprattutto con complicazioni legate a percorso migratorio, sfruttamento minorile e situazioni di fuga.
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