L’Aquila e non solo: come comunicare la crisi

9 novembre 2012 | 17:20
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L’Aquila e non solo: come comunicare la crisi

Come comunicare prima, durante e dopo una catastrofe naturale, quando saltano tutti i canali tradizionali di diffusione delle informazioni e di comunicazione?

È su questo quesito che l’associazione di volontariato “L’Aquila che rinasce”, in collaborazione con l’assessorato regionale alla Protezione civile, intende stimolare una riflessione confrontando l’esperienza dell’Aquila, distrutta dal terremoto del 6 aprile 2009, con quella dell’esplosione della centrale nucleare di Fukushima, avvenuta in seguito al sisma che mise in ginocchio il Giappone nel 2011 e l’uragano Katrina che nel 2005 devastò New Orleans.

Tre situazioni diverse di crisi, tutte di dimensioni tali da creare distruzione e vittime, ma anche una generale complessità nella gestione del dopo: la ricostruzione urbana, sociale ed economica.

Se ne parlerà domani alle 16 a Casa Onna con un parterre nazionale.

Con la recente sentenza dei giudici del tribunale dell’Aquila che ha condannato la commissione Grandi Rischi per aver, sostanzialmente, tranquillizzato la popolazione nei confronti dello sciame sismico in atto nei sei mesi precedenti l’evento catastrofico del 6 aprile 2009, il tema della comunicazione nell’emergenza torna di attualità internazionale. Come si deve comunicare un’eventuale catastrofe naturale? Come gestire le emozioni che coinvolgono le popolazioni e nello stesso tempo organizzarle affinché il peggio non si verifichi? Il convegno di domani cercherà di dare risposte a queste domande, con la collaborazione di professionisti della comunicazione e anche di personaggi che hanno un ruolo operativo in una serie di organismi come la protezione civile, la Marina militare, gli enti locali.

«Sarà un convegno poco politico e molto operativo», ha assicurato il giornalista e saggista Salvatore Santangelo, «per questo abbiamo scelto la presenza soprattutto di professionisti. Vogliamo parlare degli strumenti che servono per superare le crisi».

Santangelo ha ricordato che «è più di un anno che stiamo preparando questo convegno, in tempi lontani dalla sentenza Grandi Rischi. Lo scopo è riflettere sul modo di comunicare a tutti i livelli in caso di crisi e di emergenza, come può essere un terremoto, uno tsunami, un’alluvione. Il convegno vuole offrire un punto di vista su una materia ormai diventata ineludibile. Il punto di partenza è l’esperienza dell’Aquila, calata in uno scenario internazionale. A Casa Onna si confronteranno tre dei più grandi esperti di gestione in situazioni di crisi, mettendo l’individuo al centro di questo percorso».

«Un esempio importante è uno studio neozelandese sul disastro del Titanic», ha aggiunto Santangelo, «durante il quale ci fu una lotta per cercare di conquistare un posto in una delle pochissime scialuppe di salvataggio della nave, poi affondata. Ebbene, in quel contesto di crisi e confusione totale, emerse che la maggior parte delle donne e dei bambini si salvarono. Cosa significa? Che gli uomini, pur in quel contesto di irrazionalità, si sono comportati rispettando il codice comportamentale nel quale erano cresciuti: salvare prima le donne e i bambini. Questo c’insegna che l‘educazione e la formazione influenzano il modo di comportarsi anche nel mezzo di una crisi».

La comunicazione in caso di crisi non deve essere affidata al caso, ma organizzata coinvolgendo la popolazione.

L’assessore Gianfranco Giuliante ha sottolineato l’importanza di un convegno che «permetta di confrontare la storia dell’Aquila a quella di altri Paesi del mondo, soprattutto dopo la sentenza rivoluzionaria della Grandi Rischi. Dobbiamo cominciare a chiederci come comunicare prima, durante e dopo un evento calamitoso».

Per questo verranno messi a confronto tre modelli: L’Aquila, New Orleans e Fukushima. «Queste tre situazioni hanno problematiche sovrapponibili ma anche specifiche, tipiche di ciascuna località», ha aggiunto Giuliante. «Il dramma del terremoto dell’Aquila, per esempio, ci ha fatto capire la fragilità di un sistema e come alcuni eventi possano decapitare la catena di comando della gestione dell’emergenza. Il 6 aprile 2009 all’improvviso non avevamo più Comune, Prefettura, Regione, ospedale. Poi è arrivata la gestione commissariale per governare l’emergenza. L’Aquila è un caso di scuola specifico che deve essere preso in considerazione per riflessioni utili a livello planetario, ma anche per capire come in modo efficace sia possibile, proprio attraverso la comunicazione, moltiplicare e finalizzare l’impegno dei volontari».

Protagonista del convegno sarà Elvezio Galanti, direttore generale del Dipartimento della Protezione civile, da tempo impegnato nella formazione sui “Disaster manager” e ideatore dei Com, i Centri operativi misti, strutture organizzative veri punti di riferimento per la popolazione e gli enti locali durante un’emergenza e che gli aquilani hanno imparato a conoscere bene nel primo anno post-sisma.

Al convegno parteciperanno, tra gli altri, anche il sindaco Massimo Cialente, il presidente dell’Ordine dei giornalisti Stefano Pallotta, il presidente dell’Anci Abruzzo Antonio Centi, il consigliere di amministrazione Rai, Rodolfo De Laurentiis, lo scrittore Nino Ferrelli, il responsabile vendite di Poste Italiane per la Pubblica amministrazione centrale, Mauro Giammaria ed Ernesto Lombardi, consulente esperto in nuove tecnologie. Modera Laura Tinari.

Mar.Gianf.