Ricostruzione L’Aquila anno zero

9 novembre 2012 | 15:14
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Ricostruzione L’Aquila anno zero

Attraverso un comunicato stampa l’associazione centri Storici Aquilani esprime sdegno nei confronti della condotta amministrativa in merito alla ricostruzione della città in generale e dei centri storici in particolare.

«A seguito della entrata in vigore della nuova normativa – si legge nel comunicato -, delle procedure relative al cd “concorsone” e della riorganizzazione generale dell’iter amministrativo di gestione delle pratiche, si è verificato il previsto blocco della ricostruzione dei centri storici, in realtà mai iniziata».

«In verità – si sottolinea – l’elemento che desta maggior preoccupazione è l’assoluta carenza di risorse disponibili per far fronte alle pratiche in corso di approvazione e che dovranno essere approvate con il nuovo iter; la settimana scorsa un ns associato si è recato presso i competenti uffici comunali per chiedere informazioni circa una pratica di contributo ormai definita e gli è stato detto che non ci cono fondi in cassa da destinare al cd finanziamento agevolato (convenzione ABI / Cassa Depositi e Prestiti, ormai a zero) e nemmeno al contributo diretto».

«Dove sono le ingenti somme che sarebbero state messe a disposizione dalla Stato per la ricostruzione – chiede l’associazione -, i famosi 11,5 miliardi di euro di cui anche il Ministro Barca ha parlato nel corso Consiglio Comunale a cui è intervenuto, ribadendo che al terremoto dell’Emilia sono stati concessi solo 8,5 miliardi di euro? La verità è che i fondi stanziati per il terremoto dell’Emilia (beati loro!) sono fondi “pronto cassa”, sei miliardi con il finanziamento agevolato e 2,5 miliardi in buona parte già raccolti con varie accise, mentre i fondi destinati al terremoto dell’Aquila sono “virtuali”, a tutt’oggi non disponibili, proprio nel momento cruciale in cui si cerca faticosamente di far partire la ricostruzione dei centri storici, fino ad oggi al palo».

«Il Ministro Barca ha dichiarato chiaramente, di fronte al Consiglio Comunale di L’Aquila, che la convenzione ABI / CDP non verrà rifinanziata e non ci saranno più mega stanziamenti in favore della ricostruzione di L’Aquila e dei comuni del cratere».

«Perchè questa evidente disparità di trattamento con il terremoto dell’Emilia – continua il comunicato -, che abbiamo già avuto occasione di evidenziare in precedenti articoli, dove il terremoto di L’Aquila veniva definito un “terremoto di serie b”? Perchè le nostre Istituzioni tacciono sull’argomento? Perchè l’ANCE, gli Ordini professionali, i Sindacati di categoria e tutte le collettività interessate, di fronte alla prospettiva di una ricostruzione assolutamente incerta, di una crisi, invece, certa ed imminenente, con la conseguente perdita di migliaia di posti di lavoro, non intervengono sull’argomento?»

«Mentre il Protocollo MEF del 04.10.12, pubblicato sulla G. U. n. 249 del 24.10.12, definisce operativamente i criteri e le modalità per la erogazione dei sei miliardi di contributi in favore dell’Emilia secondo le modalità del finaziamento agevolato, noi ci ritroviamo senza fondi e senza prospettive, con la ricostruzione in fase di blocco totale; sinceramente ci sembra che una tale disparità di trattamento non sia possibile in un paese democratico e facciamo appello al Presidente della Repubblica, al Governo e al Parlamento affinchè vengano ristabiliti i dovuti equilibri».

«Ma i nodi devono ancora venire al pettine; tutto il sistema di sanzioni e penali previsto dalla normativa in vigore nei confronti di imprese, progettisti, direttori dei lavori, consorzi, condomini e loro rappresentanti era ovviamente finalizzato a stimolare un procedimento rapido di ricostruzione, sostenuto da risorse finanziarie adeguate e prontamente disponibili; cosa succederà quando il sistema del contributo diretto, fondato sulla analitica rendicontazione delle spese e sul successivo ed incerto stanziamento di fondi, non sarà in grado di assicurare tali pronte ed adeguate risorse finanziarie? Come faranno le imprese a proseguire i lavori in assenza del puntuale pagamento dei precedenti SAL, in un momento storico caretterizzato da carenza di liquidità del sistema bancario, difficoltà di accesso al credito e tassi di interesse elevati. Si prefigurano scenari inquietanti, imprese in crisi, lavoratori licenziati, lavori sospesi, applicazioni di penali, con progettisti, direttori dei lavori, rappresentanti di consorzi e condomini impotenti di fronte a siffatta realtà, sanzionati in base ad una sorta di “responsabilità oggettiva” indipendente da loro colpe».

«Torniamo quindi a chiedere a gran voce – conclude il comunicato – , sperando che altri si uniscano a noi, il rifinanziamento della convenzione ABI /CDP o il ricorso a meccanismi equivalenti e, comunque, lo stanziamento dei fondo necessari per far fronte alla ricostruzione dei centri storici del Comune di L’Aquila e dei Comuni del cratere».

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