
“Resilienza” è stata la parola chiave del convegno “New Orleans, L’Aquila, Fukushima. Quale comunicazione per quale crisi?” organizzato dall’associazione di volontariato “L’Aquila che rinasce” in collaborazione con l’Assessorato regionale alla Protezione civile e tenutosi ieri a Casa Onna.
Un termine citato in tutti gli interventi, ma a spiegarne bene il significato che ricopre in Protezione civile è stato Elvezio Galanti, direttore dell’Ufficio relazioni istituzionali presso il Dipartimento Protezione civile,
«Resilienza vuol dire avere memoria degli avvenimenti del passato, vuol dire avere fiducia nelle istituzioni ma anche sussidiarietà orizzontale e cittadinanza attiva».
Galanti ha sottolineato come la Protezione civile non sia un ministero, ma un servizio che deve essere radicato nel territorio, affinché “l’ultimo miglio” permetta di tradurre le informazioni in buone pratiche direttamente sul luogo dell’emergenza.
A ribadirlo Salvatore Santangelo, tra i promotori dell’evento, «Durante una crisi i cittadini non vanno trattati come bambini, perché comunicazione significa considerare l’individuo al centro. Fuorviati dalla psicologia delle folle abbiamo sempre pensato che il cittadino in tali momenti reagisca in maniera irrazionale, al contrario fornire loro informazioni puntuali in un contesto di consapevolezza ed educazione può ancorare la risposta al principio della responsabilità individuale».
È stato poi Rodolfo De Laurentiis, consigliere di amministrazione Rai, a entrare nel merito della tipologia di comunicazione da attivare fin da ora:
«Dobbiamo saper raccontare una storia, – ha detto – caratterizzando l’informazione con un leitmotiv che accompagni la ricostruzione da un lato con esempi positivi, che comunichino una comunità coesa e forte, dall’altro denunciando le inefficienze».
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