Legge di Stabilità: 26 milioni per il Comune dell’Aquila

12 novembre 2012 | 19:45
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Legge di Stabilità: 26 milioni per il Comune dell’Aquila

Il Comune torna a respirare. Il Parlamento ha accolto l’emendamento alla Legge di Stabilità presentato dall’onorevole Giovanni Lolli (Pd) e dal parlamentare del Pdl Marcello De Angelis che prevede lo stanziamento di 26 milioni di euro per il Comune dell’Aquila, 4 per gli altri Comuni del cratere, 5 per il resto della provincia.

Una «vittoria» dopo due anni di governo senza soldi in bilancio e gestione «in dodicesimi». La notizia è stata data da Lolli, accompagnato da un esultante sindaco, Massimo Cialente e dagli assessori al Bilancio, Lelio De Santis e alle Politiche sociali Stefania Pezzopane.

«Ora i bilanci possono essere fatti subito. Dopo mesi di battaglie i Comuni potranno governare normalmente», ha spiegato Lolli.

Al parlamentare ha fatto eco Cialente. «Aspettavo questo momento. Il Comune non poteva più andare avanti così. Nel 2012 ci vennero dati 30 milioni di euro che ancora non arrivano e da due anni stiamo governando la città in dodicesimi: si prende cioè il bilancio dell’anno prima, si divide per 12 e si governa così, mese per mese, senza poter mettere in conto di spendere un euro in più. Non abbiamo potuto fare nemmeno gli appalti. Una situazione finora gravissima, tanto che abbiamo potuto presentare soltanto uno stralcio di bilancio di previsione il 26 ottobre scorso».

«Lolli è rimasto in seduta permanente per ore per riuscire a inserire l’emendamento nella Legge», ha aggiunto ringraziando il parlamentare. «È un grandissimo risultato. L’Aquila tornerà un comune normale, ora possiamo ripartire con il bilancio partecipato, incontrando i cittadini e a febbraio avremo il nostro bilancio. L’Aquila tornerà a essere una città amministrabile, abbiamo guadagnato un anno di normalità», ha spiegato Cialente.

«Questa non è più una città commissariata», ha tuonato poi il primo cittadino, prendendosela un po’ con la stampa e un po’ con l’opposizione. «Oggi il Comune ha, al contrario, un nuovo protagonismo, soprattutto con la gestione dell’Ufficio speciale per la ricostruzione. Il direttore dell’Ufficio, Paolo Aielli, sarà assunto dal Comune e non dal ministero. Mi sto attrezzando a firmare io stesso il suo contratto».

Quanto al ruolo di Aldo Mancurti, il braccio destro tecnico del ministro per la Coesione territoriale Fabrizio Barca, Cialente ha rimarcato che «il suo compito si esaurisce in questa fase, e cioè far trasferire i fondi che l’ex commissario Gianni Chiodi e il capo della Struttura tecnica di missione, Gaetano Fontana, non hanno saputo o non hanno voluto trasferire per una serie di lavori». Si tratta dei 447 milioni di euro necessari per interventi su tutto il territorio.

Per uscire dall’impasse, Mancurti ha chiesto agli enti, Comuni, diocesi, associazioni, Provveditorato «di indicare le voci per le quali avanzano dei finanziamenti». Voci che riguardano rifacimenti di cimiteri, ristrutturazioni, lavori di varo tipo necessari dopo il sisma.

«Il Comune dell’Aquila, per esempio, ha eseguito i lavori per la messa in sicurezza della frana di Belvedere», ha spiegato il sindaco, «ma per questa voce Chiodi e Fontana non ci hanno trasferito ancora i fondi». «Andato via Chiodi chi avrebbe dovuto fare questo lavoro?», ha aggiunto, spiegando che Mancurti trasferirà al governo le varie voci da finanziare.

Capitolo Cas (contributo autonoma sistemazione): «Questa mattina Mancurti ha firmato il primo decreto liquidatore che riguarda L’Aquila, e attualmente il decreto è stato trasferito alla Corte dei Conti dell’Aquila, con la quale abbiamo stabilito che entro una settimana arriverà il primo atto». Quello che riguarda, appunto, il pagamento del Cas.

Superato lo scoglio dei fondi per il bilancio del Comune, sono ancora tante le questioni su cui l’amministrazione non si deve abbassare la guardia. Il problema dei contributi in primis. «Il governo si sta organizzando e ha messo a lavoro una commissione tecnica. Attualmente nel governo emergono due linee», ha spiegato Lolli.

«Quella del Mef (ministero dell’Economia e delle Finanze) e dell’Agenzia delle entrate che sostiene che non si possono sospendere le leggi nazionali (la legge di Stabilità del 2011 che stabilì per le popolazioni terremotate la restituzione al 40% dei contributi). Le leggi possono soltanto essere cambiate. Poi la linea del ministero del Lavoro, che sostiene che per le tasse non ci sarà alcuna sospensione. Per i contributi ci sarà una sospensione fino al 16 dicembre. Prima di allora, chiediamo che la circolare Inps e Inail che stabilisce la restituzione al 100% delle tasse venga annullata. Anche perché a tutt’oggi nessun’altra delle regioni colpite da calamità naturali ha ricevuto questa circolare».

Un altro problema evidenziato da Lolli è quello dell’esaurimento del fondo della Cassa depositi e prestiti (il contributo agevolato). A questo proposito Cialente ha spiegato che «bisogna stabilire un meccanismo diverso per pagare le ditte, utilizzando i 600 milioni di euro fermi in banca. Ad Aielli ho chiesto di predisporre che quando si rilascia il contributo, stabiliremo che il 10% andrà alla ditta per l’apertura del cantiere, che almeno aiuterà a superare le difficoltà delle imprese di avere liquidità. Serve un meccanismo diverso rispetto a quello del contributo elargito dalla banca, che tra l’altro trattiene il 7% degli interessi».

[Mar. Gianf]