In Germania Zazà ‘il kebbabbaro’

13 novembre 2012 | 12:00
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In Germania  Zazà ‘il kebbabbaro’

Il personale della Squadra Mobile di L’Aquila, nei giorni scorsi, ha rintracciato a L’Aquila il cittadino turco Ciftci Behcet, al fine di consegnarlo ai funzionari di Polizia tedesca, presso l’aeroporto di Roma Leonardo da Vinci, per sottoporsi nella città di Hannover al processo che lo vede coinvolto in un traffico internazionale di sostanze stupefacenti.

Lo straniero, meglio conosciuto nel Capoluogo con il soprannome di “Zazà”, in particolare negli ambienti della gioventù aquilana, veniva chiamato “il Kebabbaro”, in quanto gestiva dal 2007 un chiosco “fast food – Kebab Doner”, era stato arrestato da personale della Questura di L’Aquila il 29 agosto scorso su mandato di cattura internazionale e successivamente sottoposto dalla Corte d’Appello di L’Aquila alla misura cautelare dell’obbligo di dimora in questa città.

La magistratura aquilana, in accordo con quella tedesca, ha disposto il trasferimento dell’arrestato in Germania per essere sottoposto ad esame da parte del P.M. tedessco. Zazà ha fatto scalo a Francoforte dove il Tribunale del luogo ha ratificato la custodia cautelare in quella nazione, tenendolo a disposizione del Tribunale di Hannover, dove sarà interrogato in merito ai fatti che gli si contestano. La Corte d’Appello di L’Aquila ha disposto che Ciftci, in caso di eventuale condanna, tornerà a scontare la pena in territorio italiano.

La complessa vicenda del suo coinvolgimento in terra tedesca, dov’era ricercato dal 2007, è legata ad un ingente traffico di sostanze stupefacenti, in concorso con altro straniero, detenendo presso un’abitazione presa appositamente in affitto di Hannover (Ger), ben quasi 3 kg. di eroina, più 10 kg di sostanza da taglio. Si era pure riscontrato un caso di omonimia, durante le indagini della polizia tedesca per traffico di sostanze stupefacenti; erano infatti emersi due cittadini turchi con medesimo nome, cognome e data di nascita, ossia Ciftci Behcet, nato il 03.6.1976 in Turchia . Sarebbero state le impronte digitali, però ad incastrare il turco. Sarà la magistratura tedesca, nelle prossime settimane, a valutare le eventuali responsabilità del “Kebabbaro”.

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