
I residenti del centro storico tornano a sottolineare i problemi della movida e si dicono «d’accordo con quanto sostenuto dall’assessore regionale alla Protezione civile Gianfranco Giuliante», che alcuni giorni fa aveva sollevato nei confronti del sindaco la necessità di organizzare un piano di protezione civile ad hoc per il centro storico.
Troppo pericoloso consentire, aveva detto in sintesi, la vita notturna a ridosso della zona rossa senza predisporre un piano di evacuazione e di intervento in caso di scosse sismiche forti e danni.
«Chi più di noi che vive in centro da quasi due anni», scrivono i residenti, «e assiste quasi tutte le sere allo scempio che avviene in via dei Sali, via Assergi, via Castello e un pezzo di piazza Regina Margherita, può dire che il pericolo esiste nel momento in cui si verificasse una scossa superiore a quella di magnitudo 3,6», come quella avvenuta nel cuore della notte alcune settimane fa.
«Siete mai passati in via dei Sali intorno alle 11 di sera, vi siete resi conto che non c’è via di fuga con i cantieri aperti?», scrivono.
«I cornicioni dell’università deteriorati, con le grondaie rotte, il palazzo a fianco inizialmente classificato C, mentre poi, di punto in bianco, i lavori sono stati bloccati perché sembra debba essere abbattuto. Su questo palazzo vi sono due attività commerciali aperte, una caffetteria e una birreria; è normale ciò?».
«Vogliamo poi parlare della musica che fuoriesce dai locali, la latrina a cielo aperto in cui sono diventate le vie del centro, vicine a casa nostra? Inoltre, la polizia e i carabinieri non possono intervenire poiché c’è tanta gente, è impossibile passare e temono la reazione dei ragazzi».
«Si concedono le autorizzazioni all’apertura dei locali ma non può esserci controllo sul territorio», concludono i residenti, «il sindaco Massimo Cialente già dallo scorso anno ci aveva promesso l’istallazione della video-sorveglianza per migliorare anche la nostra vita. Aspettiamo con ansia. Siamo veramente scoraggiati».
Mar. Gianf.
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