
di Alessia Lombardo
Riconoscere fughi velenosi da funghi commestibili è sempre più complicato. In Abruzzo c’è una legge specifica che impone ai raccoglitori di frequentare un corso di 24 ore per conseguire un tesserino, rilasciato dalla Provincia. Attualmente si sta svolgendo un corso e qualche settimana fa se n’è concluso un altro.
A spiegare ai lettori de IlCapoluogo.it quanto sia difficile riconoscere i funghi è il micologo Giorgio Lalli, del dipartimento di Scienze Ambientali, Università degli Studi di L’Aquila. «Conseguire il tesserino – ha esordito – è obbligatorio, ma ovviamente per conoscere bene i funghi non basta un corso di 24 ore. Ci vogliono anni e anni per riconoscere i funghi a certi livelli. Per la raccolta di funghi occorre seguire determinate regole e nel corso gli esperti le illustrano».
«Una volta raccolti i funghi – ha continuato sul rischio intossicazione dietro l’angolo – c’è la possibilità di farli riconoscere agli esperti, per evitare spiacevoli inconvenienti. Occorre una grandissima prudenza perché spesso non si è in grado di fare distinzione fra le specie tossiche e quelle commestibili».
Nel corso infatti c’è anche una lezione specifica “Funghi a confronto”. «Ogni fungo raccolto – ha concluso Lalli – ha un sosia che se ingerito potrebbe dare delle intossicazioni».
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