Glocal: stampa sul treno della comunità

18 novembre 2012 | 10:22
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Glocal: stampa sul treno della comunità

di Alessia Lombardo

VARESE – Si è parlato lombardo, toscano, marchigiano, ligure, calabrese, sardo e anche aquilano nella tre giorni Glocalnews di Varese.

Padroni di casa i colleghi di Varese News che, assieme ai giornalisti di stampa nazionale e locale, hanno moderato dibattiti e workshop sulla direzione che sta prendendo l’informazione (ma anche la comunicazione) con l’avvento inarrestabile di internet e dei social network. L’informazione locale si fa sempre più globale e quella nazionale si sta aprendo alle singole comunità.

I francesi userebbero “en train de”, gli inglesi “work in progress”, il giornalismo e l’informazione oggi sono “materie in divenire”. Il cammino è iniziato, ma la meta è ancora tutta da scoprire perché nel viaggio giornaliero novità, applicazioni e cambiamenti coinvolgono tutti che lo vogliano o meno.

Il nostro lavoro sta attraversando infatti una fase di perdita di controllo, di messa in discussione di una casta che è scesa repentinamente dal palco e proiettata coattamente sulla piazza dei social.

Ci si interroga sull’estinzione della figura del giornalista, ma forte delle proprie peculiarità il quarto potere rivendica la propria centralità. «Non può esistere informazione senza lavoro giornalistico», «Se twitter (fonte delle informazioni) è una grigliata, siamo ancora noi a portare la carne».

Resta quindi l’asimmetria dei ruoli e delle competenze, ma gli attori (scrittore-lettore) si fanno più aperti.

Oggi con il “giornale parallelo” di Facebook, fatto il più delle volte di notizie curiose o accadimenti che suscitano dibattito, il dialogo si fa aperto, il lettore non è più passivo (spesso costituisce la fonte vera) e il giornalista viene messo in discussione da chiunque abbia un profilo.

Chi fruisce la notizia spesso può influenzare sulla nascita di articoli o inchieste sulla scia di “un’onda della rete” che ha dei punti ben precisi, da carpire e sfruttare. Prima il giornale web rappresentava per molti una brutta copia del cartaceo, ma oggi la differenza la stanno facendo i social.

Sono così centrali i concetti di comunità, di focus group e categorizzazione anche per i quotidiani nazionali. Da non sottovalutare anche quelli di censura, citazione e alfabetizzazione per l’utilizzo del materiale in rete.

Quasi del tutto estinte le cinque “w” (who?, what? when?, where?, why?) del giornalismo, oggi resta forse why? e sicuramente l’how?. Contaminazione e commistione caratterizzano così carta-sito web, tv generalista-web tv, spesso con punte di “cannibalismo” da parte del medium tradizionale.

Dopo la tre giorni a Varese si torna in redazione consapevoli dell’ulteriore responsabilità che il nostro lavoro richiede.

Internet si subisce e, per non essere destinati all’estinzione, occorre valorizzarlo e “prendere il treno” della comunità.