Aspetti del meraviglioso nelle letterature medievali

19 novembre 2012 | 11:25
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Aspetti del meraviglioso nelle letterature medievali

Nell’Aula Magna della nuova sede del Dipartimento di Scienze Umane dell’Università dell’Aquila (Viale Nizza – zona ex presidio Ospedaliero S. Salvatore – L’Aquila), inaugurata il 25 ottobre scorso, si terrà dal 19 al 21 novembre il Convegno internazionale “Aspetti del meraviglioso nelle letterature medievali / Aspects of the Marvellous in Medieval Literatures”, un evento che coinvolgendo 6 studiosi del Dipartimento di Scienze Umane e riguardando il Dottorato in Generi Letterari, si propone di illustrare le differenti rappresentazioni di ciò che, uscendo fuori dall’ordine della natura, può suscitare meraviglia, ammirazione, curiosità o timore: animali fantastici, mostri, maghi e profetesse; apparizioni di santi e di demoni, miracoli, visioni dell’aldilà e viaggi in mondi altri, dal paradiso terrestre a fantastici regni sotterranei.

Saranno oggetto di attenzione, testi provenienti dalle più diverse letterature europee medievali (francese, gallese, italiana, latina, tedesca, inglese, norrena), con uno sguardo anche al mondo arabo. Uno spazio di particolare rilievo avranno alcuni “miti fondanti” dell’identità culturale europea, come quello dei cavalieri di Artù e la loro ricerca del Santo Graal o della misteriosa figura del Prete Gianni, sovrano e sacerdote di un regno orientale dagli incerti confini. Per la selezione dei partecipanti, si è fatto ricorso alla formula − più comune all’estero che in Italia − del call for papers, aprendo così l’evento anche a giovani studiosi, di varia lingua e provenienza, dal Giappone alla Russia, ai vari paesi dell’Unione Europea.

La loro presenza all’Aquila è doppiamente significativa: da una parte testimonia la nostra volontà di mantenere e incrementare contatti e scambi culturali, dall’altra fa del Convegno una vetrina prestigiosa per il neonato Dipartimento di Scienze Umane e offre alla città dell’Aquila un’occasione di visibilità internazionale, con la speranza che si tratti di un segnale, fra gli altri, del progressivo ritorno alla normalità e della graduale ripresa delle attività culturali (e non solo) nel centro storico, che mostra ancor oggi, assai visibili, le ferite del sisma.

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