
di Alessia Lombardo
Il terremoto è tornato nei giorni scorsi a tormentare gli aquilani. Dopo varie scosse [url”il centro storico è stato ritenuto off limits”]http://ilcapoluogo.globalist.it/Detail_News_Display?ID=41361&typeb=0&Terremoto-centro-storico-off-limits[/url] e tra le persone è tornata, qualora se ne fosse andata, la paura.
All’indomani di un weekend di prevenzione, alcuni aquilani, intervistati da [i]IlCapoluogo[/i] in varie zone della città, non nascondono la propria preoccupazione, ma c’è chi, consapevole di aver scelto di restare a L’Aquila, si dice non preoccupato per le scosse.
Si avverte anche la disaffezione per la classe politica locale che, a detta di alcuni cittadini, invece di collaborare è divisa sulle varie decisioni.
Sulla chiusura precauzionale del centro storico la signora Giulia, che ha una casa nella zona ovest della città, ha le idee chiare: «Le agibilità parziali non servono a nulla – spiega – i commercianti del centro hanno fatto di tutto per riaprire in una zona che già si sapeva fosse pericolosa. La scelta di chiudere il centro tutela i nostri ragazzi che la sera sono nei vari locali». «Personalmente – aggiunge – anche se le case sono state ristrutturate, non sono sicura che reggano alle scosse».
Preoccupata tanto da preparare una borsa con lo stretto necessario per scappare, la signora Maria, casalinga, pensa che prevenire sia meglio che curare. «Ho una casa in pietra – dice – quindi sono relativamente tranquilla, ma ho preparato una borsa con delle cose. Non si sa mai».
Non ha paura dello “sciame” Giuseppe, pensionato, che mentre legge il giornale spiega: «Sono tranquillo, il nostro territorio è sismico, ce ne dobbiamo fare una ragione. Speriamo non accada nulla. Sono rientrato dopo il terremoto nonostante tutto: L’Aquila è la mia città».
«Purtroppo – sostiene Marco, studente universitario – i politici sono ricattabili e le prime vittime siamo noi, i cittadini. Anche la politica non è chiara: per il sindaco Massimo Cialente occorre la chiusura del centro storico, per il presidente della Provincia Antonio Del Corvo non è stato dichiarato nessuno stato di preallerta e di emergenza».
La signora Franca, proprietaria di una casa nella zona est, polemizza sulla chiusura del centro per permettere di effettuare i vari controlli. «Ora – dice – si sta facendo prevenzione, ma mi chiedo perché, se davvero non è sicuro, fino all’altro giorno si poteva passeggiare tranquillamente in centro e i ragazzi potevano stare lì di notte». «C’è qualcosa che non mi torna – tuona – allora per i puntellamenti occorre revisione? Qualche tempo fa non si riteneva necessaria».
In disaccordo con la chiusura del centro storico, per le pesanti conseguenze sul settore commerciale, la Confcommercio che, con una nota ufficiale inviata al sindaco Cialente, ha manifestato la propria contrarietà alla misura adottata, sostenendo che la propria associazione non fosse stata informata né ascoltata preventivamente.
«Ricordiamo – si legge nella nota a firma del direttore Celso Cioni e del presidente comprensorio L’Aquila Albero Capretti – che anche nell’agosto 2010, prima ancora di assumere il provvedimento di chiusura del centro storico fummo debitamente ascoltati d’urgenza, in considerazione dello sciame sismico che interessò il territorio di Montereale, e in quella occasione contribuimmo fattivamente ad assumere decisioni drastiche motivate dalla priorità attribuita alla sicurezza dei cittadini».
«Proprio per questo – prosegue la nota – davvero non comprendiamo le ragioni che hanno indotto in questo delicato passaggio a non ascoltare preventivamente le associazioni di categoria».
La Confocommercio richiede un incontro urgente al sindaco Cialente: «Considerato che l’agire dell’amministrazione comunale sta determinando ingenti danni economici agli esercizi commerciali cui viene impedito o ostacolato il diritto di libera impresa e in un contesto di gravissime difficoltà che esso, come ampiamente noto, attraversa, le richiediamo un urgentissimo incontro, per individuare, così come prevedono le vigenti normative, tutte le iniziative da intraprendere per evitare alla vigilia di un periodo dell’anno che può essere determinante per la stessa sopravvivenza di moltissime aziende aquilane, conseguenze gravissime sul piano economico ed occupazionale che certamente non le sfuggiranno».
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