
Nuovi testimoni in aula in occasione della seconda udienza del processo con rito abbreviato al giovane campano Francesco Tuccia – all’epoca dei fatti militare di stanza all’Aquila – accusato di avere stuprato una studentessa laziale nel febbraio scorso, all’esterno di una discoteca di Pizzoli, comune a pochi chilometri dall’Aquila.
Ascoltato il personale della discoteca e in particolare l’addetto alla sicurezza, Giuseppe Galli, tra i primi a soccorrere la giovane e a bloccare l’auto con a bordo Tuccia.
«Mi hanno fatto riepilogare tutti gli eventi – ha raccontato all’uscita dall’aula dove il processo si sta svolgendo a porte chiuse – Dal momento in cui l’abbiamo trovata e soccorsa, al momento in cui l’abbiamo portata al riparo, abbiamo chiamato i carabinieri e l’autoambulanza e bloccato il giovane che ora viene giudicato nel processo».
SENTITI AMICI E COMMILITONI DELL’IMPUTATO – All’esterno dell’aula di udienza vari collettiviti femministi giunti soprattutto da Roma per dare il proprio appoggio alla giovane violentata e più in generale a tutte le donne che quotidianamnete subiscono violenza.
I primi ad essere sentiti, gli amici e commilitoni del giovane i quali hanno ripetuto quanto gia’ affermato nei primi momenti, ovvero di aver visto Tuccia allontanrsi dentro la discoteca con la giovane studentessa e di averlo rivisto sempre all’interno del locale nel momento di riprendere il giaccone e andare via.
Sentiti poi anche coloro che trovarono quasi assiderata in una pozza di sangue fuori la discoteca la giovane. Tra loro Pino Galli responsabile della security della discoteca: «Ho ripercorso tutto quello che era accaduto, da quando abbiano trovato la ragazza fino al momento in cui abbiamo fermato il presunto colpevole e avvertito le forze dell’ordine».
All’epoca dei fatti Tuccia era militare di stanza presso il 33/Esimo Reggimento artiglieria terrestre “Acqui” dell’Aquila. Il processo, che è stato aggiornato al 10 gennaio 2013, si svolge con rito immediato e a porte chiuse.
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