Bambini e allergie: cause e sintomi

20 novembre 2012 | 12:14
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Bambini e allergie: cause e sintomi

Spesso le allergie si manifestano nei primissimi anni di vita dei bambini e non è per niente facile, soprattutto per le mamme, individuare eventuali sintomi e disagi che nascondono fastidi e intolleranze nei più piccoli. Per saperne di più sul tema di allergie e bambini, abbiamo chiesto aiuto all’esperto, il pediatra e allergologo Alessandro Fiocchi, direttore del reparto di Pediatria dell’Ospedale Macedonio Melloni di Milano.

[i]Allergie e bambini. È possibile sapere in anticipo se un bambino è predisposto ad allergie senza arrivare alla manifestazione di reazioni forti?[/i]

Il più predittivo dei fattori è la familiarità. Benché si possano fare esami già sul sangue del cordone ombellicale per predire l’allergia del bambino, la loro aderenza con quel che succederà (la loro predittività, per l’appunto) è assai scarsa. Infatti, quando nel 2010 si è trattato di indicare ai pediatri quali bambini considerare a rischio di allergia per un’eventuale prevenzione, il National Institute of Health, il Nih, ha rivisto tutta la letteratura ed ha indicato la familiarità anche singola come fattore di rischio. Dunque, se un bambino ha la mamma o il papà o un fratello allergico è a rischio di sviluppare manifestazioni allergiche.

Le cause

[i]Quali sono le principali cause che determinano le allergie? Sono solo cause di natura endogena, quindi scatenate dall’organismo stesso, oppure possono dipendere anche da fattori esterni? Se sì, quali?[/i]

Le allergie sono diventate una vera e propria emergenza sanitaria, come si legge sul Libro Bianco 2011. La salute dei bambini della [i]World Allergy Organization[/i], che per la prima volta riporta tutto quello che si sa sull’argomento. Da 20 anni a questa parte le pollinosi sono infatti raddoppiate, la rinite allergica è quadruplicata, le reazioni gravi agli alimenti sono sestuplicate e l’asma colpisce quasi 10 piccoli su 100. Un bambino su quattro ne è colpito e neppure i neonati ne sono risparmiati: il 10-20% dei piccoli in fasce ha la dermatite atopica. A spingere il sistema immunitario dei nostri bambini a commettere ripetuti errori, a scambiare per nemici da aggredire sostanze di per sé innocue come muffe, pollini, alimenti o deiezioni di animali è il nostro stile di vita occidentale. Si tratta di un mix fatto di cibi prodotti industrialmente, frutta esotica e verdure fuori stagione, fibre sintetiche e i tanti farmaci, cosmetici e prodotti per l’igiene usati normalmente. I primogeniti, figli di laureati che vivono in città, sono i più soggetti. Un aspetto interessante è che si è scoperto che le gravidanze ravvicinate proteggono: i figli sono infatti meno allergici se avuti uno in fila all’altro.

I sintomi

[i]Ci sono dei sintomi particolari che fungono da spie per la presenza di eventuali allergie nei più piccoli?[/i]

Le manifestazioni dell’allergia nel bambino sono simili a quelle che si verificano in età adulta; il bimbo, però, può anche apparire soltanto irrequieto, non riuscire a dormire di notte, senza poter esprimere in modo chiaro il proprio disagio. I genitori dunque devono osservare attentamente il loro bimbo, per riconoscere il più presto possibile i piccoli segnali specifici dell’allergia, tra cui i più comuni sono:

la dermatite atopica. Crosta lattea e poi prurito generalizzato, con pelle secca ed agitazione notturna intensa

il cosiddetto “raffreddore da fieno” (rinite allergica). Questo disturbo è caratterizzato da un prurito intenso intorno al nasino. Prima ancora di vederlo colare, infatti, si può osservare che il piccolo si porta le manine al naso, nel tentativo di alleviare il prurito, grattandosi

il rossore e la lacrimazione degli occhi. Anche in questo caso, spesso il piccolo si sfrega gli occhi per attenuare il prurito

la tosse. Quando compare la tosse significa che le vie aeree sono state coinvolte dall’allergia e il rischio di un attacco d’asma aumenta. In questo caso occorre informare subito il pediatra

Quali rimedi adottare?

[i]Le mamme possono fare qualcosa per prevenire le allergie dei propri figli? C’è qualche accorgimento da adottare?[/i]

Parlando dei più piccoli, il latte della mamma resta ancora l’alimento migliore almeno fino a 6 mesi. E se viene a mancare? Una formula ipoallergenica per 12 mesi è la soluzione maestra per ridurre il rischio che un bambino con una familiarità per allergia lo diventi a sua volta. La motivazione di questo successo è tuttavia cambiata. Se fino a ieri si pensava che la sua efficacia dipendesse dalla povertà di proteine in essa contenute, oggi si comincia a sospettare che sia proprio la loro esigua concentrazione a indurre giorno dopo giorno una desensibilizzazione. La rimozione preventiva dei cibi dalla dieta di un bambino allergico si fa dunque più prudente. Ci sono poi altre cose che sono in esame, ma che non possono essere spese come efficaci azioni preventive delle allergie senza ulteriori studi. Qualcuno parla dell’uso dei prebiotici, qualcuno propone di somministrare acidi grassi. Molte speranze aveva suscitato tempo fa un lavoro che proponeva l’uso di probiotici, ma si è poi scoperto che non solo non tutti i probiotici prevengono le allergie, ma alcuni le possono peggiorare. Insomma bisogna stare assai prudenti e, se il latte di mamma non basta, le uniche due manovre da fare sono un latte ipoallergenico o una supplementazione di probiotici studiati appositamente per la prevenzione delle allergie, come la miscela di Bifidobacterium bifidum, Bifidobacterium lactis, e Lactococcus lactis chiamata Ecologic Panda e disponibile anche in Italia.

[i]Fonte:Alfemminile.com[/i]