
«L’ennesima chiusura del centro storico decretata dal sindaco, dopo una riunione di giunta , ha gettato nello sconforto non solo chi aveva riaperto l’attività in centro, ma anche cittadini che avevano cominciato a riavvicinarsi alla città». A sottolinearlo, attraverso una nota, è il portavoce dell’associazione ‘Cittadini per i cittadini’, che intende condividere con la popolazione un amaro sospetto: «Nonostante il clamore con cui ai media si fa strombazzare l’allarme terremoto il cittadino ha scoperto poi dai “dice che” che non c’è nessuna allerta decretata dalla Protezione Civile e si intuisce che si tratta di una chiusura programmata per procedere al controllo dei puntellamenti. Una chiusura a pelle di leopardo, temporanea di quattro giorni. Giovedì il circo riapre».
«Non erano prove di allerta, ma un modo scorrettissimo di gestire come emergenza qualcosa che non lo è – aggiunge il portavoce dell’associazione – senza tener in alcun conto il disagio procurato ad altri, con seguito angosciante di braccio di ferro mediatico di cui all’Aquila sono stufi tutti. ‘Hanno proprio rotto’ è l’espressione più carina che raccogliamo in uno dei due bar rimasti aperti, mentre il titolare mostra una fattura della Gran Sasso Acqua, quattromilacinquecento euro per riallacciare l’acqua, un segno tangibile di come si opera in città. Nuove transenne e presenza di militari lungo il Corso impediscono di andare oltre, ma non a turisti e ragazzi l’accesso tramite vie laterali alla città: una sceneggiata irresponsabile».
«Per chi si era illuso che il rinnovo elettorale avrebbe portato dei cambiamenti nella città è tempo di considerare che nulla è cambiato – prosegue la nota – non saranno le espressioni partitiche, ormai tutte coinvolte fino al midollo nella tutela dei micro e macrointeressi della ricostruzione, a tutelare la vivibilità residua nella città. Se si vuole salvaguardare un minimo di socialità in questa città è tempo che si attivino tutti i movimenti civici, non collegati ai politici, per dare espressione ai cittadini, è tempo che associazioni come “Cittadini per i Cittadini” tornino a far sentire la loro voce in città ed a riproporre alla città addormentata tutte le tematiche proposte nel dopoterremoto come “sede unica per gli uffici comunali”, informazione e trasparenza , diritto di partecipazione alle decisioni. L’ organizzazione di un vasto movimento civico che operi nell’interesse reale degli aquilani di oggi è quello che serve a L’Aquila. Prendiamo atto che siamo in una situazione di emergenza democratica vera, ove i poteri locali stanno esprimendo quotidianamente sudditanza verso i ministri e arroganza e prepotenza nei confronti dei cittadini, ove la qualità della vita minaccia seriamente la sopravvivenza sociale. Se esiste una possibilità di recuperare dignità, è smettere di sognare e pretendere oggi concretezza e rendicontazione di come questi nostri amministratori spendono i nostri soldi, anche tutti quelli previsti dagli italiani per ricostruire la città dell’Aquila».
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