
«Si può vincere o si può perdere penso sia un crimine non provarci».
Con queste parole Nichi Vendola ha concluso la sua mattinata aquilana trascorsa fra le associazioni di piazza delle arti e quelle del centro di Volontariato.
Poco politico nel senso consueto del termine l’intervento del governatore della Puglia, che ha parlato del suo futuro da premier solo sollecitato dalle domande dei cronisti.
«Il rischio per tutto il terzo settore – ha detto dopo gli interventi di un paio di rappresenti di associazioni – è quello di svolgere un ruolo di surroga dinanzi ad uno Stato che rinuncia a finanziare il welfare. Il volontario diventa spesso un vuoto a perdere di uno stato latitante. Lo stato non può essere elemosiniere. Bisogna far sì che il volontariato non sia la stampella di uno Stato claudicante».
Sollecitato dall’intervento di Sandro Sirolli della associazione 180, Vendola ha sottolineato che «la legge 180 è un oscuro oggetto di desiderio, tutti vogliono sabotarla perché c’è poco business, perché non c’è possibilità di mettere al centro le industrie farmaceutiche. C’è la voglia di resuscitare il manicomio. Le proposte che vengono dalla destra vogliono camuffare e annientare la rivoluzione di Basaglia. Imprigionare il dolore significa cronicizzarlo. É importante liberarlo». Dall’esempio virtuoso dell’ex manicomio di Trieste, il candidato alle primarie è passato ai manicomi dorati delle cliniche private.
Parlando della città dell’Aquila Vendola ha osservato che «La ricostruzione non può non mettere al centro un bisogno di socialità e cultura. A volte i ricostruttori immaginano una giostra appaltatoria; invece una città senza un teatro è senza una cassa armonica; senza museo è senza radici e recide il cordone ombelicale con il passato. Oggi in questo luogo ho trovato una ragione di speranza».
Entrando nel vivo del ragionamento politico, proiettandosi nei panni del premier, Vendola ha sottolineato che la vera unità è data dalla capacità di mettersi in discussione. «Il punto è che stiamo entrando in un tempo nuovo e tutte le sinistre debbono confrontarsi con questo tempo nuovo. Io non voglio una etichetta, mi sento un cercatore. L’identità deve anche saper cogliere il senso del mutamento. Con tutte le sinistre bisogna dialogare sulla crisi e trovare la via maestra. Il segreto è consentire che il livello del discorso sia sui temi e non sulle etichette».
Circa le priorità per l’Italia una volta eletto premier Vendola ha focalizzato la formazione del governo all’insegna della parità di genere. Poi diritto cittadinanza italiana per tutti i bambini che nascono sul suolo italiano. Ancora: disimpegno dall’acquisto di caccia bombardieri che costano 130 milioni di dollari. Idee chiare anche sul fisco con una Riforma che estenda l’area esente, magari da 7 a 10 mila euro. Da Modificare le aliquote sugli scaglioni di reddito da rendere più leggere verso il in basso e più alte verso l’alto.
A.Cal.
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