
di Alessia Lombardo
È corsa all’oro.
Soltanto ieri IlCapoluogo.it pubblicava la notizia di un importante furto di oro per circa 12mila euro all’Aquila e così oggi ci siamo documentati sull’iter del commercio di oro e preziosi.
Solitamente è cura del malfattore, una volta trafugato il metallo prezioso, liberarsi al più presto della refurtiva, ottenendo il controvalore in contanti.
Due domande sorgono spontanee:
Oggi è facile disfarsi dell’oro?
Quanti controlli ci sono in questo delicato settore?
A rispondere ai quesiti del IlCapoluogo.it Tony Di Sabbato, responsabile di uno dei punti vendita Compro Oro dell’Aquila e commerciante storico di piazza Sant’Agostino.
«In città – ha spiegato Tony Di Sabbato, che con la propria famiglia ora gestiste un’attività di Compro Oro nella zona di Pile Alto – ci sono dei controlli molto serrati. Io sono sempre a disposizione delle Forze dell’Ordine che svolgono indagini sul furto d’oro. Ovviamente se si presentano nella mia attività delle persone sospette io non accetto di acquistare nulla».
L’attività della compra-vendita dell’oro infatti, se si segue la legge, è tutelata, ma il raggiro delle norme e qualche omissione dell’acquirente potrebbero legittimare i malfattori. «Per legge – ha sottolineato Di Sabbato – occorre che il cliente compili una dichiarazione di vendita, nella quale, oltre ai dati anagrafici, viene specificato l’oggetto, compreso il peso netto e la caratura. Inoltre il venditore di turno dichiara che gli oggetti non hanno origine dubbia o illecita sollevando l’acquirente da ogni responsabilità».
«I gioielli – ha continuato sulle misure obbligatorie da adottare – vengono fotografati e restano in deposito per 10 giorni».
Oltre alla dichiarazione di vendita e agli scatti, utili per riconoscere eventualmente i preziosi rubati, il Compro Oro deve obbligatoriamente compilare un “libro sacro”, una sorta di registro in cui vengono annotate tutte le operazioni fatte.
Sulle numerose indagini a livello nazionale sulla natura dei Compro Oro e i vari accostamenti alle mafie il commerciante aquilano ha le idee chiare. «Quello è il passaggio successivo, il Compro Oro non c’entra nulla. Si raccoglie l’oro e si porta al banco metalli. Dopo essersene disfatti subentrano eventuali truffe perché le quantità del metallo prezioso si fanno importanti».
«Per legge – ha concluso – possiamo pagare in contanti fino a mille euro. Se la cifra è superiore occorre l’assegno».
Tutto sta anche nella coscienza del commerciante: se il ladro di turno non è assecondato deve ricorrere a trasferte strategiche per disfarsi della refurtiva.