Eccolo, il libro più brutto di sempre

23 novembre 2012 | 12:31
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Eccolo, il libro più brutto di sempre

di Tiziana Pasetti

Nessuno potrà dire, in merito, che la storica casa editrice non ci abbia messo tanto impegno. Distruggere in pochi anni tutto quello che aveva costruito durante il secolo scorso. Alla fine ce l’ha fatta, la gloriosa Feltrinelli. A suicidarsi. Lentamente ma inesorabilmente.

Daniel Glattauer aveva fatto vendere davvero tanto, circa tre anni fa, con la storia di Emmi e di Leo. [i]Le ho mai parlato del vento del nord[/i], si intitolava il libretto. Gradevole. Balsamico per tutte le coppie nate in tempo di social alle prese con matrimoni classici da gestire con malavoglia.

Aveva poi tentato con un seguito anonimo e insignificante ([i]La settima onda[/i]). E poi con un altro romanzetto inutile ([i]In città zero gradi[/i]). Ma il peggio del peggio lo ha toccato con l’ultimo [i]Per sempre tuo[/i].

Non è questione di trama. E’ questione di parole, di costruzione della frase, di linguaggio. Non credo, davvero, di aver mai letto nulla di più brutto. E la colpa non è della povera Leonella Basiglini che si è ritrovata a dover tradurre questa offesa letteraria.

Magari venderà. Anzi, sicuramente. Altrimenti non avrebbero investito nell’assegno al Glattauer e roba varia. Però che tristezza, che amarezza grande. Una casa editrice che ha tradotto e pubblicato opere che sono colonne portanti della cultura ridotta così. Dispiace. Tutto qui.

Sul contenuto del libro neanche una parola, davvero, che ho già un inizio di dermatite ai neuroni.

Solo una piccola speranza. Che viene dalla pubblicazione dei diari di John Cheever, [i]Una specie di solitudine[/i]. Un intellettuale e il dialogo intimo con se stesso, con le debolezze, le paure, i deliri di onnipotenza, la bellezza e la schiavitù dell’amore libero, la famiglia, la morte.

Ecco. Si può sempre risorgere dalle proprie ceneri. Dai. Coraggio.

Fatelo per noi lettori ex Feltrinelliaddicted. Ci sentiamo orfani, tanto.

tpasetti@gmail.com

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[url”Professione #hashtagger “]http://ilcapoluogo.globalist.it/blogger/Tiziana%20Pasetti[/url][/i]