
di Fulgenzio Ciccozzi
La legge di riforma sul condominio tende a garantire tutte le parti che ruotano intorno a tale istituto: amministratori, condomini, sia essi proprietari che conduttori.
La richiesta di alcuni requisiti obbligatori per fare l’amministratore, professionalità e pieno godimento dei diritti civili, e la tutela dello stesso attraverso un’assicurazione di responsabilità civile tende a salvaguardare entrambe le parti coinvolte.
Le due condizioni poste nell’inciso sono particolarmente importanti poiché, soprattutto nel nostro caso, qui a L’Aquila, tale figura amministrativa riveste un compito di rilievo e di particolare delicatezza: adempiere alle pratiche del terremoto, per quanto di competenza, con tutti gli oneri burocratici e contabili del caso.
Essendo il condominio divenuto, a suo tempo, sostituto d’imposta (anche nei confronti delle aziende che svolgono i lavori di ristrutturazione edilizia), lo stesso è gravato da incombenze tributarie (es: versamento delle ritenute) e monetarie (spesso molto rilevanti) che se non svolte con diligenza dagli incaricati gravano inesorabilmente anche sulle tasche dei proprietari (i quali non sempre sono a conoscenza della normativa in materia). Infatti, il condominio non è dotato di personalità giuridica, come invece previsto in altre Nazione europee. Tale lacuna, che la nuova riforma avrebbe potuto colmare, responsabilizza maggiormente coloro che ne fanno parte, i quali, in caso di inadempienze amministrative, subiranno inevitabili conseguenze economiche di cui il fisco prima o poi chiederà conto!
Del resto, chi appartiene alla categoria professionale degli amministratori di condominio ha diritto di essere tutelato anche nei confronti di chi voglia improvvisare tale delicata mansione senza averne i requisiti morali e professionali, e le ultime disposizioni di legge sembrano andare in questa direzione.