Crisi, tagli anche sui regali di Natale

24 novembre 2012 | 12:58
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Crisi, tagli anche sui regali di Natale

A un mese dalle festività natalizie, prevale tra le famiglie italiane la preoccupazione: quasi sette italiani su dieci ritengono che il Natale 2012 risentirà fortemente della grave crisi economica e aumenta la percentuale di coloro che non faranno gli acquisti per i regali.

Resta comunque molto elevata (86,3%) la quota di chi, invece, i regali continuerà a farli; e se per la metà degli italiani gli acquisti natalizi rappresentano una spesa piacevole da affrontare, diminuiscono coloro che li considerano invece una spesa di cui farebbe volentieri a meno (dal 42,5% al 31,2%). Sono questi i primi risultati di un’indagine realizzata da Confcommercio in collaborazione con Format Ricerche.

La quota degli italiani intenzionati a non fare acquisti per i regali di Natale nel 2011 era pari all’11,8%. Quest’anno sale al 13,7%: si tratta soprattutto di residenti nelle regioni del Nord-Est e nelle regioni del Sud.

Poco meno di un terzo di coloro che acquisteranno i regali di Natale, lo faranno nel mese di novembre, ovvero o li hanno già fatti o li stanno facendo. Si tratta del 28,9% del campione, una percentuale in aumento rispetto allo scorso anno, quando era risultata pari al 19,8%. Del restante 71,1%, ovvero coloro che faranno gli acquisti a dicembre, più della metà (il 37,5%) lo farà nei primi 15 giorni del mese, in calo rispetto al 2011 (erano il 46,6%).

Gli acquisti saranno effettuati in prevalenza nei punti di vendita della grande distribuzione organizzata (68,9%), della distribuzione tradizionale (51,2%), su Internet (28,3%) e negli outlet (10,1%).

Rispetto allo scorso anno aumenta l’utilizzo dei punti di vendita della grande distribuzione (+7,1%) e soprattutto del web (+15,0%). Diminuisce invece la propensione all’utilizzo dei punti di vendita tradizionali (-8%) e degli outlet (-13,9%).

L’impiego di internet per fare i regali è risultato più accentuato tra i consumatori di età compresa tra i 18 e i 44 anni, la stessa percentuale risulta invece molto bassa o “nulla” tra coloro che sono più avanti negli anni.

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