
Il giudice per le indagini preliminari del tribunale dell’Aquila Giuseppe Romano Gargarella si è riservato la decisione sull’ammissione all’interno del processo alla commissione Grandi rischi di 30 parti civili per le quali la pubblica accusa aveva chiesto l’archiviazione, una richiesta su cui c’è stata opposizione.
Da quanto si è appreso, la decisione potrebbe arrivare entro massimo una settimana. Si tratta di una ‘costola’ del procedimento principale, che si è concluso lo scorso [url”22 ottobre”]http://ilcapoluogo.globalist.it/Detail_News_Display?ID=38498&typeb=0&22-10-2012–Grandi-Rischi–Sei-anni-per-tutti-[/url] con la condanna a sei anni di reclusione per ciascuno dei sette imputati, componenti dell’organo scientifico consultivo della presidenza del Consiglio che si riunirono all’Aquila il 31 marzo 2009, a una settimana dal tragico sisma.
I condannati in primo grado con le accuse di omicidio colposo, disastro colposo e lesioni personali colpose sono Franco Barberi, all’epoca presidente vicario della commissione Grandi rischi, Bernardo De Bernardinis, già vice capo del settore tecnico del dipartimento di Protezione civile, Enzo Boschi, all’epoca presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Giulio Selvaggi, direttore del Centro nazionale terremoti, Gian Michele Calvi, direttore di Eucentre e responsabile del progetto C.a.s.e., Claudio Eva, ordinario di fisica all’Università di Genova e Mauro Dolce, direttore dell’ufficio rischio sismico di Protezione civile.