
La Micron ha annunciato 700 licenziamenti. In una nota l’azienda parla della «necessità di ristrutturare il sito di Avezzano», e che la cosa è «indispensabile per adattare la capacità produttiva al calo di domanda per assicurare la continuità dello stabilimento».
L’annuncio è stato dato presso il ministero dello Sviluppo Economico, durante l’incontro tra la direzione aziendale della [i]Micron Technology Italia[/i], i rappresentanti istituzionali e le parti sociali.
Durante l’incontro, spiega l’azienda in una nota, la Micron «ha dichiarato la sua necessità di ristrutturarsi per adattare la capacità produttiva al calo di domanda ponendo le condizioni per la continuità dello stabilimento di Avezzano. Le condizioni di mercato continuano ad essere sfidanti nell’intero settore dei semiconduttori, compreso quello delle memorie. A tal proposito Micron Technology, Inc. sta portando avanti una serie di iniziative a livello mondiale per fronteggiare tale difficile situazione di mercato e per riuscire ad essere maggiormente competitiva sul controllo dei costi.
In particolare per quel che riguarda Avezzano, l’evoluzione del mercato e la forte pressione competitiva non consentono all’impianto di produzione a 200 millimetri di prevedere volumi superiori al 50-60% della capacità produttiva nel medio-lungo termine determinando, di conseguenza, un eccesso di forza lavoro pari a 700 persone».
«Alla luce della presa di coscienza che si tratta di un problema strutturale – prosegue la nota – la direzione aziendale di Micron Technology Italia ha espresso la necessità di porre in essere una misura funzionale a garantire la sostenibilità del sito di Avezzano. Il ministero, prendendo atto di quanto dichiarato dall’azienda, ha suggerito di continuare ad utilizzare nell’immediato gli ammortizzatori sociali ordinari. Allo stesso tempo ha dichiarato la propria volontà a lavorare sinergicamente con Micron su ipotesi per ridurre l’impatto che la situazione prospettata può avere nel futuro. Si è impegnato, quindi, a fissare entro tre settimane un nuovo appuntamento in cui, sulla base di un piano industriale, si valutino i passi successivi, con la contestuale attivazione di ammortizzatori sociali non ordinari».
«Il momento è complicato ed è positivo constatare la volontà di impegno da parte di tutti per cercare soluzioni realistiche che permettano di lavorare per un futuro dello stabilimento in questo territorio, minimizzando il più possibile l’impatto sociale» ha dichiarato Fabrizio Famà, responsabile delle Risorse Umane e degli Affari Generali di Micron Technology Italia.
{{*ExtraImg_80688_ArtImgRight_263x168_}}L’amministrazione comunale di Avezzano, in seguito all’incontro, ha parlato di un «Governo in prima linea nella vertenza Micron», evidenziando in una nota che «il sottosegretario Claudio De Vincenti, nella riunione al ministero dello Sviluppo economico con i vertici aziendali, i sindacati e le istituzioni locali respinge al mittente l’annuncio di 700 esuberi messi sul tavolo dal direttore di stabilimento Riccardo Martorelli, e assume un formale impegno a nome del Governo, per ridare una prospettiva di sviluppo al sito di Avezzano».
Operazione che, per il sottosegretario del Governo Monti, parte dal «documento sottoscritto da sindaci, Vescovo dei Marsi, Parlamentari e associazioni di categoria», inviato al premier Monti e al ministro Passera: superamento dell’attuale vincolo del mono-cliente Aptina, controllata peraltro della stessa Micron; diversificazione del business in ottica multi-client aprendo un canale di marketing con colossi europei del settore, come la STM; realizzazione di strutture S&M-Sales&Marketing nel sito di Avezzano per diversificare e personalizzare il portafoglio; creazione della funzione R&D.
Impegno formale apprezzato dai rappresentanti istituzionali che hanno definito «inaccettabile», invece, l’annuncio dei «700 esuberi» lanciato dal direttore di stabilimento in avvio dell’incontro.
«Non scherziamo con i numeri, vogliamo discutere e parlare di rilancio del sito – ha affermato Di Pangrazio, accompagnato a Roma dai consiglieri comunali Carlo Tinarelli e Lorenzo De Cesare – non di esuberi o di dismissioni. Il governo deve fare qualsiasi sforzo mettendo in campo ogni azione volta a costruire il futuro, il management aziendale rifletta. In quest’ottica apprezziamo il riconoscimento del lavoro svolto in sede locale preso come punto di partenza dal Governo».
{{*ExtraImg_80692_ArtImgLeft_300x201_}}Sulla stessa lunghezza d’onda il presidente della Provincia, Antonio Del Corvo, che ha sollecitato «la ricerca di altri partner e l’apertura di un tavolo permanente». Certezze sul futuro e non esuberi il leit-motiv dei sindacati a tutti i livelli, che oltre a incalzare la Micron per sapere su quali partner punta, hanno chiesto a gran voce l’apertura di un tavolo di settore.
Indicazioni alle quali De Vincenti, chiamando Micron a mettere le carte sul tavolo, «prospettiva industriale certa e un piano industriale», ha legato gli ammortizzatori sociali per tamponare il calo di commesse di Aptina destinate a crollare fino al 30% nei prossimi 4 anni.
Secondo quanto riferito dall’amministrazione comunale di Avezzano in una nota, Di Vincenti avrebbe assunto «l’impegno formale del Governo, che non accetterà nessuna ipotesi di chiusura del sito di Avezzano per costruire insieme un percorso mirato a dare una prospettiva duratura allo stabilimento. L’uscita di scena della Micron di Avezzano non può avvenire senza che emerga l’acquisizione di un partner industriale affidabile e con una proposta per il futuro incentrata sullo sviluppo di nuove tecnologie».
Ora il sottosegretario, che ha sottolineato anche la necessità di aprire un ragionamento di settore mirato a riposizionare le imprese italiane operanti su scala mondiale, intensificherà i contatti con la Micron, per spingere l’azienda ad aiutare la transizione, per poi tornare al tavolo entro due o tre settimane.
All’incontro a Roma hanno partecipato gli onorevoli Giovanni Lolli e Filippo Piccone, i sindacati a tutti i livelli, il direttore di Micron Italia Sergio Galbiati e il direttore di stabilimento Riccardo Martorelli, il Presidente e l’assessore al lavoro della Provincia di L’Aquila, Antonio Del Corvo e Claudio Tonelli, il sindaco di Rieti Simone Petrangeli, e il capo di gabinetto del sindaco del Comune di L’Aquila, Massimo Cialente.
LE REAZIONI
PIETRUCCI: ‘SCONCERTO’ – Il capo di Gabinetto del Sindaco dell’Aquila, Pierpaolo Pietrucci, ha espresso «sconcerto e preoccupazione» per quanto emerso oggi nell’incontro istituzionale col Governo per discutere sulle sorti della Micron, al quale ha partecipato in rappresentanza del Comune dell’Aquila.
{{*ExtraImg_80693_ArtImgRight_300x205_}}«La terribile ipotesi paventata stamani, dal direttore generale per l’Italia Sergio Galbiati, che prevede l’esubero di 700 lavoratori, – ha dichiarato Pietrucci – getterebbe L’Aquila e la sua provincia, in una crisi economica del tutto irreversibile».
«Faccio un appello perché la provincia dell’Aquila e l’Abruzzo intero si mobilitino contro questa sciagura augurandomi una forte assunzione di responsabilità da parte del Governo che bene conosce la drammatica situazione occupazionale in cui versa questo territorio», ha aggiunto Pietrucci, sottolieando di essere «basito» per «l’atteggiamento della Regione Abruzzo, ancora una volta assente e quindi totalmente disinteressata alle sorti economiche di questa povera terra».
«Il tavolo di oggi – ha continuato – ha visto la Provincia dell’Aquila coesa, come giusto che sia difronte a problemi tanto grandi che rischiano di azzerare l’economia di un territorio, così come unità di intenti è stata dimostrata dai parlamentari abruzzesi Lolli e Piccone. Ricordo al Governo che la città dell’Aquila ed il suo territorio hanno già subito la fine del polo elettronico, uno dei più importanti d’Italia, e la conseguente negazione di un futuro lavorativo per migliaia di persone. Perdere oggi altri 700 posti di lavoro che in prospettiva, senza l’ingresso di una partnership, diventerebbero 2000 – ha concluso Pietrucci – oltre che gettare tantissime famiglie, spesso monoreddito, nello sconforto più totale, significherebbe decretare la morte dell’Abruzzo interno e la totale impossibilità di risollevarsi per lunghissimo tempo».
LOLLI PREOCCUPATO – In merito alle sorti della Micron ha manifestato preoccupazione anche il parlamentare Giovanni Lolli, che ha spiegato come «nell’incontro avvenuto oggi alla presenza del sottosegretario De Vincenti sono state confermate purtroppo le pessime notizie, che già da tempo conoscevamo, sulla Micron».
«Lo stabilimento di Avezzano, che è la più grande azienda della provincia dell’Aquila e che rappresenta il volano essenziale e la risorsa più consistente nell’economia della Marsica con ricadute importantissime in un’area molto più vasta della Marsica stessa, è in questo momento avviato ad un futuro assai incerto», ha spiegato il parlamentare, sottolineando che «grazie all’iniziativa dei lavoratori e dei sindacati e grazie alla determinazione e alla sensibilità del sindaco di Avezzano, che si è messo alla testa di uno schieramento ampio e unitario, abbiamo ottenuto che il Governo fosse investito di un problema che non può essere un problema né marsicano, né della Provincia dell’Aquila e neanche regionale ma rappresenta una grande questione nazionale».
«Nella riunione di oggi – ha argomentato Lolli – è stato indicato un percorso che deve portare all’individuazione di nuovi partners e di un nuovo progetto industriale. Si tratta di un percorso non facile durante il quale la Micron è chiamata ad assumersi fino in fondo tutte le sue responsabilità, un percorso che deve essere seguito direttamente dal Governo, ma che potrà camminare solo se la mobilitazione unitaria, democratica e civile dei lavoratori e dell’intera popolazione della Provincia dell’Aquila farà sentire la sua voce con una determinazione adeguata alla dimensione del problema e del dramma che si potrebbe verificare. Dobbiamo metterci tutti a disposizione del sindaco di Avezzano e delle organizzazioni sindacali per partecipare direttamente alle forme di mobilitazione che verranno indicate, spero che anche la Regione, oggi clamorosamente assente all’incontro di Roma, possa immediatamente assumere il ruolo e la responsabilità che gli competono in una vicenda di questo genere».
D’AMICO ATTACCA CHIODI – Un’«assenza», quella della Regione, che ha condannato fortemente anche il vicepresidente del Consiglio regionale, Giovanni D’Amico, secondo cui «è una vergogna inaccettabile che malgrado le sollecitazioni urgenti che ho più volte rivolto al presidente Chiodi e al vice presidente, nonché assessore all’Industria, Castiglione, dal momento in cui si è preannunciata la dismissione dello stabilimento Micron di Avezzano e malgrado la risoluzione unanime del Consiglio regionale di ieri, al tavolo convocato oggi presso il ministero dell’Economia fossero assenti il presidente Chiodi e la sua Giunta regionale». Per D’Amico «è una vergogna inaccettabile che questo governo regionale non abbia mosso un dito per attivare il Governo nazionale al fine di salvaguardare uno stabilimento rilevante in assoluto per l’economia e per le esportazioni di tecnologia avanzata dell’Abruzzo e dell’Italia».
«E’ evidente – ha aggiunto – che un tale atteggiamento mette in una sorta di liquefazione l’istituzione della nostra Regione, alla faccia delle ipocrisie del presunto risanamento e al destino di 700 lavoratori in esubero, e rende ridicolo l’attuale governo regionale. Con quale faccia potremo guardare i lavoratori e i giovani per questa nostra assoluta assenza ed insignificanza istituzionale, ce lo dovrà spiegare prima o poi il presidente Chiodi».
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