Incompatibilità: è scaricabarile

29 novembre 2012 | 15:18
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Incompatibilità: è scaricabarile

di Antonella Calcagni

Si sposterà probabilmente nelle aule di tribunale la questione sulla incompatibilità sancita dalla legge Barca fra il ruolo di consigliere comunale e incaricato nella ricostruzione aquilana a vari livelli.

Approvando una pregiudiziale posta da Giustino Masciocco, in aula non è bastato lo zoccolo duro del Pd per impedire che la spinosa questione tornasse si nuovo sul tavolo del prefetto da dove era partita. Il consigliere di Sel Giustino Masciocco ne ha fatto una questione di principio istituzionale: insomma deve essere la prefettura a pronunciarsi e il Comune non può avere il ruolo dell’inquisitore. Dopo una lunga discussione la pregiudiziale è stata approvata con 21 voti favorevoli e 11 contrari. La maggioranza di Cialente è andata sotto.

Un atto che lo stesso presidente Carlo Benedetti ha considerato molto grave, bollando la seduta di ieri come “il consiglio salva Di Piero”. «Con questa votazione infatti non solo ho perso la mia battaglia per la legalità – spiega – ma rimango stupito e preoccupato per il voto favorevole, alla proposta di Masciocco, dei consiglieri di Appello per L’Aquila, di L’Aquila che vogliamo, del Prc, di Sel, di L’Aquila città aperta, dell’Idv e del Psi. A tal proposito chiederò al più presto un incontro con il prefetto». E dal prefetto si recherà anche Ettore di Cesare per parlare della questione, mentre il consigliere Piero Di Piero, l’unico fino ad ora in condizione di incompatibilità si accinge invece a rivolgersi alla Corte costituzionale per impugnare il decreto Barca.

Il presidente della V commissione, Daniele Raffaele, intanto chiede di estendere l’istituto della incompatibilità fra politica e ricostruzione anche ai componenti dei Cda della spa comunali.

Domani, invece, presenterà un esposto in procura Angelo Mancini sulla «mancata salvaguardia degli equilibri di bilancio». Secondo il consigliere IdV-L’aquila oggi, non poteva essere approvato l’assestamento avendo varato in precedenza una salvaguardia a cui si è proceduto prima dell’approvazione del bilancio, nonostante le prescrizioni della prefettura e del ministero dell’Interno. «L’effetto – ha spiegato Mancini – è che il bilancio non è né assestato né salvaguardato. Ricordo che in questo caso è previsto lo scioglimento del consiglio comunale. Sarà il prefetto a valutare la situazione». Il consiglio tuttavia ha votato l’atto e tutti gli emendamenti. Nel merito del documento sempre Mancini ha rilevato che nel bilancio non sono attuate le prescrizioni imposte dal Mef attraverso la relazione del direttore Falzone.

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