Trombetta: ‘Il mio bilancio nella Fir Abruzzo’

29 novembre 2012 | 15:59
Trombetta: ‘Il mio bilancio nella Fir Abruzzo’

di Alessia Lombardo

Quattro anni di fuoco al timone del Comitato regionale abruzzese Fir per il presidente uscente Angelo Trombetta, che il rinnovo dovrà giocarselo con Pietro Pulsioni, dirigente del Cus.

Lunedì 3 dicembre infatti, ci saranno le elezioni e, a meno di una settimana dal voto, l’ex presidente dell’Avezzano Rugby ha tracciato il bilancio del proprio mandato. Un quadriennio caratterizzato da dolori, soprattutto dovuti al terremoto che ha colpito L’Aquila il 6 aprile 2009, ma anche da gioie legate alla crescita del movimento ovale in Abruzzo e agli obiettivi raggiunti dal Centro di formazione continua.

Nella chiacchierata c’è spazio per l’irrisolta questione dell’impiantistica, per la formazione dei giovani e per il momento negativo che sta vivendo L’Aquila Rugby, da sempre considerata il vertice del movimento regionale.

È stato in carica quattro anni qual è il suo bilancio?

Per me è stato un onore ricoprire un ruolo così importante. Quando mi è stato chiesto di fare il presidente da alcuni miei amici aquilani, nonostante non fossi al massimo dell’esperienza, pensavo di poter lavorare nel migliore dei modi però c’è stato qualche problema sin da subito e poi è arrivato il terremoto del 6 aprile 2009. Avevamo iniziato bene ospitando nel marzo 2009 all’”Angelini” di Chieti, data la sopraggiunta impossibilità di Benevento, il match del Sei Nazioni under 20 Italia-Francia.

A causa del sisma anche per il Comitato ci sono state mille difficoltà e ho avuto tante porte chiuse.

Mi sono sentito in dovere di portare avanti tutto, grazie anche all’aiuto di qualche consigliere. Certo, quasi il 70% dei nostri consiglieri sono aquilani e avevano altri problemi a cui pensare, quindi in quella fase è venuto meno il loro apporto.

Qual è il suo giudizio sulle mete marcate dal centro di formazione continua?

Grazie all’esperienza di Massimo Mascioletti e all’apporto di altri docenti con il centro di formazione continua abbiamo dato lustro al nostro comitato. È stato un vero e proprio orgoglio e molti altri Comitati chiedono di avere un centro di formazione. Anche nelle iscrizioni ci sono state delle soddisfazioni. Spesso siamo stati costretti a sospendere le iscrizioni perché le richieste erano troppe. Avevamo 40-50 persone interessante all’aggiornamento tecnico.

Qual è la tendenza che caratterizza il movimento rugbistico in Abruzzo?

Sicuramente c’è stato un aumento del numero dei tesserati e delle società iscritte nelle varie categorie. Quest’anno, per la prima volta, riusciamo a gestire tre campionati: Serie C, under 20, under 20. Negli anni passati gestivamo soltanto la serie C (regionale) e i campionati giovanili erano gestiti da Marche o Lazio. C’è stata la nascita del Vasto Rugby in una zona per nulla ovale ed è in cantiere una nuova squadra nella Marsica.

Il Capistrello, ancora non iscritto ufficialmente, è in fase di allestimento.

Stanno lavorando per la prossima stagione; il sindaco è un amante del rugby ed è stato ristrutturato un campo in sintetico che verrà utilizzato sia per il calcio che per il rugby.

Campi nota dolente. A che punto siamo?

Per lo sviluppo del rugby, oltre alla crescita numerica dei tesserati, occorre uno sviluppo qualitativo degli impianti. Questo è anche un punto della mia nuova candidatura. Abbiamo avuto grandi problemi soprattutto per i campionati giovanili che giocano il sabato. Spesso è buio già a partire dalle 16 perché negli impianti non c’è illuminazione. Pescara utilizza un campo in sintetico e a mio parere anche le zone montane dovrebbero dotarsi di strutture simili.

Che idea si è fatta della crisi tecnica e di risultati dell’Aquila Rugby?

L’Aquila con la propria tradizione e con il proprio orgoglio supererà il momento di difficoltà che sta attraversando. In futuro tornerà tra le squadre più importanti del panorama nazionale. Credo che società del territorio come Gran Sasso Rugby e Avezzano Rugby possano, a livello di giocatori, dare un appoggio al club neroverde. Ovviamente il fattore più importante di una squadra è il settore giovanile e la Polisportiva sta facendo grandi sforzi. Occorre programmazione.

Lunedì prossimo ci saranno le elezioni. Su cosa punterà qualora per lei ci fosse un secondo mandato?

Sicuramente esigerò un gruppo di persone che lavorino per riportare il grande rugby. Con il mio programma darò ascolto alle proposte di tutte le società e tenterò di non accentrare L’Aquila, ma fare il giro delle altre province. Occorrerà una commissione che si occupi dei vari problemi e degli impianti, indispensabili per la crescita del movimento. Inoltre bisognerà intraprendere una collaborazione fissa con le scuole di tipo teorico-pratico su tematiche sportive.

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