Micron, la sfortuna di una sede

30 novembre 2012 | 10:05
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Micron, la sfortuna di una sede

«L’imperdonabile colpa della Micron è di non avere sede legale a Teramo o a Pescara, altrimenti avremmo assistito a ben altra mobilitazione a difesa di tale stabilimento».

A Walter Di Bastiano, consigliere regionale del PdL, l’assenza della Regione Abruzzo e in particolare degli assessori regionali competenti Paolo Gatti e Alfredo Castiglione al tavolo ministeriale convocato a Roma per discutere del “caso Micron” non è proprio andata giù.

«Non posso nascondere l’amarezza – continua Di Bastiano – per l’assenza di assessori di solito solerti a difendere realtà economiche del loro territorio certamente rispettabili ma infinitamente meno importanti del secondo insediamento industriale d’Abruzzo. Un’assenza ingiustificata e ingiustificabile, perché non potevano esserci impegni più importanti di quello richiesto a Roma per scongiurare un’ipotesi, la chiusura della Micron, che avrebbe effetti devastanti per l’economia marsicana e dirompenti anche per l’intera economia abruzzese. Eppure – fa osservare il consigliere regionale del PdL – con la risoluzione urgente votata in aula appena due giorni fa, il Consiglio Regionale ha impegnato Presidente e assessori a farsi parte attiva nei confronti del Governo per risolvere una situazione che si fa ogni giorno più allarmante. Invito che non è stato raccolto con adeguata tempestività e determinazione. A questo punto – conclude Di Bastiano – è necessario un vertice di maggioranza immediato che ribadisca l’emergenza Micron quale priorità politica principale nell’agenda politica del governo regionale e che metta immediatamente a punto le iniziative necessarie a rilanciare la Micron e a salvaguardare i posti di lavoro minacciati dagli annunciati settecento esuberi. Ansie elettorali e legittime ambizioni dei singoli possono aspettare».

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LA REAZIONE DELLA FIOM

«L’Assenza della Regione nella vertenza Micron, ma più in generale su tutte le vertenze industriali della provincia di L’Aquila, è gravissima.

A poco serve trovare delle giustificazioni mediatiche che confermano un immobilismo del massimo organismo regionale rispetto ai problemi reali dei cittadini della nostra provincia.

Ad oggi non abbiamo contezza né di proposte né d’iniziative intraprese dal Presidente della Regione; al contrario, qualche giorno fa, presso l’Hotel dei Marsi, illustri componenti della regione rassicuravano alcuni

lavoratori dicendo che era banale cassa integrazione ordinaria.

Durante questa latitanza, la Micron ha confermato il suo disinteresse per il sito di Avezzano e il management locale ha annunciato 700 esuberi e un percorso industriale incerto e confuso.

Tutto lascia presagire un film già visto.

Durante l’incontro sono state fatte diverse dichiarazioni tra cui la seguente: Micron non è interessata a partnership sul sito di Avezzano, nonostante ciò si sta cercando uno o più partner.

La domanda è: chi sta cercando il partner?

Il sospetto è che questo obiettivo sia perseguito dal gruppo dirigente locale, se così fosse aumenta la preoccupazione sul percorso industriale che, con queste condizioni, sarebbe ancora più incerto.

In tale contesto apprendiamo con stupore che il Presidente Chiodi “in questi mesi ha seguito da vicino la vertenza Micron”, se questo è stato il risultato dell’azione messa in campo dalla regione, consigliamo al presidente Chiodi di seguire tale vertenza un po’ più da lontano».

LA REAZIONE DI PICCONE

La questione Micron, quale secondo sito industriale della Regione Abruzzo deve avere una priorità nell’agenda nazionale del Governo il quale deve intraprendere rapide azioni volte a garantire, oltre al livello occupazionale, anche un programma di salvaguardia del sito produttivo di Avezzano. E’ quanto afferma il senatore abruzzese del Pdl, Filippo Piccone. L’annuncio di settecento esuberi fatto dall’azienda – aggiunge Piccone – nell’incontro di mercoledì scorso a Roma davanti al Governo, ai sindacati ed alle istituzioni locali, ha creato non poche preoccupazioni sul territorio abruzzese. Il Ministro delle Attività produttive insieme al ministro dell’Economia hanno i mezzi per affrontare la questione, sottolinea il senatore abruzzese – tra le varie ipotesi non è da escludere, per esempio, il coinvolgimento del Ministero dell’Economia quale azionista della STMicroelectronis che rappresenta uno dei più grandi produttori mondiali, presente in Italia, di componenti elettronici, (usati soprattutto nell’elettronica di consumo, e nel settore cosiddetto “industriale” come i sensori di movimento presenti nei tablet) con una produzione compatibile a quella effettua da Micron, conclude Piccone.

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