
di Alessia Lombardo
Una giornata all’insegna della cultura e della creatività con il significativo nome [i]‘[url”Nostos”]http://ilcapoluogo.globalist.it/Detail_News_Display?ID=42987&typeb=0&03-12-2012–Scienze-umane-%27Nostos%27-studenti-protagonisti[/url]’[/i], che in greco significa ritorno in patria, per festeggiare il rientro in centro nel nuovo dipartimento di Scienze umane di viale Nizza.
Promotore dell’evento il professore di letteratura italiana Raffaele Morabito che ha permesso agli studenti, protagonisti della giornata, di esprimere le proprie emozioni nel modo a loro più caro.
{{*ExtraImg_81856_ArtImgRight_300x200_}}Dalla lettura di racconti propri o di autori famosi, a fotografie (di Cardarelli, Migliarini, Finucci, Fiamma), fumetti (di Chiostri) e dipinti (di Spinosa e Di Camillo) passando anche per la musica.
In programma nell’arco della giornata le proiezioni Hitchcock, Porto delle nebbie e Cigni selvatici.
Nonostante la festa le lezioni non sono state sospese, come richiesto dagli stessi universitari, che hanno già atteso oltremodo l’inizio dell’anno accademico per l’agognata inaugurazione del polo umanistico dello scorso 25 ottobre.
«Oggi è un incontro tra amici – ha affermato il professor Morabito in aula magna – la nostra è una riappropriazione simbolica tramite questo edificio. Questa è una festa e non una cerimonia: ognuno di noi può esprimere qualcosa e farlo conoscere agli altri».
«Per la natura più delicata – ha aggiunto – abbiamo deciso di esporre in aula magna delle opere pittoriche, ma in altre aule ci sono quelle grafiche. Attendiamo in tarda mattinata il coro del Conservatorio».
Hanno aderito all’iniziativa, oltre agli studenti, anche alcuni professori del dipartimento.
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La giornata si è aperta con una significativa lettura di un brano ‘Iris’ scritto per l’occasione della studentessa Gioia Chiostri.
Nel testo sono presenti dei riferimenti al terremoto, ma si evince la speranza della cultura e la vera rinascita nella casa dove si può essere esercitata.
Doverosa la lettura di un brano dell’Odissea di Omero.
Per gli universitari, che tra una lezione e un ricevimento possono ammirare le opere dei colleghi, la festa è molto gradita. «Ci voleva – ha detto una studentessa di lingue – questa giornata è tutta dedicata a noi, purtroppo in occasione dell’inaugurazione ufficiale non siamo stati per niente considerati».
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