
Lunedì 3 dicembre 2012 si affrontavano a Goriano Sicoli, per il campionato Juniores d’Elite Regionale (campo neutro causa indisponibilità di impianti della squadra di casa), il Sulmona Calcio 1921 e il Raiano. Tutto nella norma, ma al 35’ del primo tempo un tipico scontro di gioco rischia di provocare gravi danni al portiere dei sulmonesi Andrea Bonanno (18 anni). Il ragazzo riporta, scontrandosi fortuitamente con l’attaccante della squadra avversaria, un fortissimo trauma facciale che provoca immediata perdita di conoscenza e difficoltà respiratoria. L’intervento del tecnico Pietro Ventresca, dei dirigenti presenti in campo e – dopo pochi minuti – dell’elisoccorso del 118, hanno fatto sì che l’episodio non degenerasse in tragedia, riducendo la portata dell’infortunio ad una profonda ferita allo zigomo che non dovrebbe avere ulteriori conseguenze per lo sfortunato portiere.
Proprio a margine dell’episodio il Presidente del Goriano Sicoli, Berardino di Clemente – società che “ospitava” il match – ha voluto scrivere al Presidente del CR Abruzzo Daniele Ortolano per favorire l’attuazione di politiche ad hoc che evitino il ripetersi di episodi di grave pericolo per la salute dei ragazzi.
Non appena si è verificato l’incidente e nelle ore {{*ExtraImg_82355_ArtImgRight_300x366_Daniele Ortolano}}immediatamente successive il Presidente del CR Abruzzo – Daniele Ortolano – si è immediatamente messo al lavoro per fornire risposte e rassicurazioni a quanti hanno si sono mostrati preoccupati dalle problematiche del Primo Soccorso nei campionati giovanili e dilettantistici abruzzesi. Dal punto di vista regolamentare non sussistono obblighi in quanto alla presenza di medico (solo in Eccellenza e nelle categorie superiori la normativa prevede una presenza in tutte le gare), ambulanza o defibrillatori in campo. Ma il fatto che non ci siano questi obblighi non è un invito a prendere sottogamba la questione, tutt’altro: «Nel dilettantismo non ci sono normative che prevedano la presenza di operatori a bordo campo (a causa dei costi economici ed organizzativi), tuttavia questo non ci impedisce di formare centinaia, migliaia di operatori esperti di primo soccorso».
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