
di Alessia Lombardo
Sarà un gustoso gioco e, ciliegina sulla torta, lo scherzo-sfida permetterà di restituire una provocazione dallo stesso sapore del confetto. Grazie ai soli elementi del dolce sulmonese per eccellenza lo chef Niko Romito si esibirà sabato alle 16.30 all’auditorium del palazzo dell’Annunziata in corso Ovidio, in una curiosa performance tra tradizione e innovazione.
Solitamente restio nella scomposizione di “piatti storici” l’evento “[i]Provocazione al confetto: Niko Romito tra innovazione e tradizione[/i]” nasce come uno scherzoso gioco, niente di più.
Lo chef “made in Rivisondoli” infatti partendo dagli elementi costitutivi del confetto darà vita a un dolce freddo total white dopo essersi confrontato con il confettaio William Di Carlo senior.
Emozionato e stuzzicato per il debutto a Sulmona, Romito, nonostante i numerosi impegni, concede qualche anteprima sulla realizzazione del dolce.
«L’emozione c’è – ha esordito – sono molto legato al mio territorio e sabato non sarà facile convincere tutti. Andando a lavorare sul confetto ci sarà sicuramente qualche scettico, ma il mio sarà soltanto un gioco, punto». «Non si tratterà infatti di una lezione di cucina – ha continuato sulla performance – ma sarà esclusivamente una provocazione, una sfida. Seguirà l’assaggio dopo la creazione di un piatto che verrà realizzato esclusivamente con gli elementi del confetto e avrà lo stesso sapore».
Zucchero, glucosio, amido di riso e mandorle saranno i quattro elementi che verranno utilizzati dal pluristellato chef. «A differenza della struttura dura del confetto – ha spiegato – andrò a fare un dolce freddo. Ho lavorato un po’ di giorni soprattutto sulla struttura. Creerò un gel di acqua di confetto sulla struttura semisolida e realizzerò una cialda di zucchero sottilissima, poi ci sarà la crema densa di sola mandorla. Con l’amido e altra acqua di confetto farò un’aria, una schiuma. Il dolce sarà bianchissimo».
Amante dei sapori abruzzesi Romito, che grazie alla sua eclettica cucina ha conquistato le papille gustative di tutto il mondo, nelle sue creazioni seleziona al meglio i prodotti tipici del nostro territorio. «Utilizzo soprattutto i cibi veramente buoni – ha sottolineato – l’aglio rosso di Sulmona, i pecorini, lo zafferano dell’Aquila, i nostri legumi, ceci, fagioli, lenticchie e anche le verdure di campo che solitamente nel periodo maggio-giugno». «Cacini, orapi, cicoria spontanea – ha aggiunto – preferisco la farina di Solina, l’unico grano che dopo 850metri riesce a produrre».
L’appuntamento con lo chef è stato organizzato da Fabbricacultura, in collaborazione di Slow Food, e rappresenta uno degli appuntamenti clou di [i]Ars Eros Cibus[/i].
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