
Il presidente della Terza Commissione, Adriano Durante (Cattolici Democratici) attraverso un comunicato denuncia le inadempienze dei servizi erogati dall’ufficio tributi del Comune del capoluogo abruzzese.
«Se abbiamo la sfortuna, in questi giorni, – tuona Durante – di recarci all’ufficio tributi del Comune, per presentare le autodichiarazioni richieste (scadono il prossimo 31 dicembre), che attestano le diverse condizioni in cui si riconoscono i contribuenti aquilani ed usufruire delle diverse aliquote Imu, ci troveremo nei risicati orari concessi dall’amministrazione municipale, ad osservare lunghe file di poveri utenti inferociti in balia della “disinformazione istituzionale”.
Un unico dipendente per rispondere ai tanti quesiti sottoposti, ostaggio della visibile disorganizzazione per quanto concerne la nuova onerosa imposta, in grado di accontentare minimamente tanta affluenza. Il disagio del dipendente è palese e lo scaricabile inevitabile. Gli utenti vengono così indirizzati altrove, cioè dove? L’imbarazzo è palese per la carenza di personale in una fase così delicata, tanto che il malessere diventa insopportabile. L’Imu è una gabella che tutti mal sopportano, se poi aggiungiamo il cattivo funzionamento degli uffici, ci rendiamo conto di come l’esasperazione del contribuente è davvero palese. Pur nella ristrettezza di un periodo caratterizzato da forti assenze di personale per oggettive indisponibilità, corre l’obbligo all’amministrazione di garantire il sufficiente supporto a tutti i cittadini che si recano agli sportelli magari aumentando le ore di aperture al pubblico in questi giorni di maggiore affluenza. Senza dimenticare quattro numeri telefonici pubblicizzati sul sito del Comune, ai quali non risponde mai nessuno, poco personale nelle ore di punta, un sito di posta elettronica dove inviare quesiti ai quali nessuno risponderà mentre la scadenza Imu del 31 dicembre di avvicina».
Alla protesta di Durante si unisce quella di Roberto Tinari, che parla di una «fila di decine e decine di persone e un solo impiegato a dannarsi l’anima per cercare di rispondere a tutte le richieste dei cittadini, in attesa prima ancora dell’apertura al pubblico» e ritiene che «tale disservizio ha un unico colpevole, il sindaco Cialente».
«Invece di inveire inopportunamente contro i dipendenti comunali – aggiunge Tinari – invece di affidare i suoi pensieri a dichiarazioni che lasciano senza parole per quanto sono infondate, perché non va di persona a verificare lo sfascio degli uffici comunali, dove, in virtù dell’incapacità sua e della sua Giunta, i pochi dipendenti che devono gestire i servizi primari sono allo stremo delle forze? I lavoratori del Comune, ingiustamente accusati dal Sindaco e ai quali va tutta la mia solidarietà, non devono rispondere male ai cittadini, su questo non c’è alcun dubbio. Ma se non ce la fanno più perché la giunta non è capace di dare un’organizzazione decente ai settori e agli uffici dell’ente, il sindaco e gli amministratori attuali si assumano le responsabilità di questo sfacelo».
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