Unemployee of the year

9 dicembre 2012 | 12:55
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Unemployee of the year

di Marija Marcenko

Sin dai primi anni della nostra vita, ci sentiamo ripetere continuamente quanto siano importanti gli studi, quanto dovremmo prendere sul serio la nostra formazione e quali possibilità meravigliose avremo dopo aver ottenuto una laurea. Tuttavia, quando, con una laurea in mano, proviamo a bussare alla porta del mercato del lavoro, arrivano subito le prime delusioni.

La disoccupazione giovanile è una delle preoccupazioni più grandi dei governi di tutto il mondo: in Spagna, Grecia e America la disoccupazione giovanile ha raggiunto i massimi [i]record[/i], intrecciandosi con una crisi economica che diventa sempre più radicata.

Il problema ha implicazioni forti: più questi lavoratori languono, più le loro carriere ritardano e questi elementi potrebbero essere connessi, addirittura, ad un aumento del livello di criminalità.

Mentre i governi cercano di risolvere questa criticità, i giovani sono alla ricerca disperata di opportunità di lavoro. O forse no. Le due ragioni principali della disoccupazione giovanile sono, infatti, abbastanza contrastanti: una punta il dito contro i governi, l’altra contro gli stessi giovani.

La mancanza di qualifiche e esperienza si traduce nella difficoltà per le giovani generazioni di adattarsi al mercato del lavoro. I datori di lavoro denunciano la mancanza di esperienza tra i giovani, ma questi ultimi si ritrovano invischiati in una trappola paradossale: trascorrere molti anni in università potrebbe infatti pregiudicare la possibilità di ottenere esperienza pratica.

Le imprese denunciano, inoltre, un altro problema: la mancanza di domanda per le posizioni di lavoro disponibili. Queste ultime infatti, spesso, non sono in grado di attrarre i giovani per diversi motivi: stipendi bassi, troppe responsabilità e così via. Sorge dunque spontanea una domanda: le aspettative dei giovani sono eccessive?

Al di là delle possibili motivazioni, le statistiche delineano una situazione molto critica: tra le giovani generazioni e il mercato del lavoro si è creato un [i]gap[/i] che è possibile colmare solo con l’impegno di entrambe le parti in causa.