Abruzzo, stranieri in aumento

11 dicembre 2012 | 14:42
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Abruzzo, stranieri in aumento

Gli stranieri presenti in Abruzzo, dal 2001 al 2010, sono aumentati del 274%, passando da 21.626 a 80.987, con un incremento di ben 59.361 unità: se alla fine del 2001 erano solo l’1,71% della popolazione (3,38% in Italia), due anni fa erano pari al 6,03% (7,58% in Italia). E’ quanto emerge da un’indagine curata dal ricercatore abruzzese Aldo Ronci, che ha elaborato dati Istat.

Lo studio evidenzia come il movimento migratorio degli ultimi nove anni sia lo stesso che, negli anni 2000, ha permesso all’Italia e all’Abruzzo di tornare a crescere.

A livello regionale, il maggior incremento rispetto all’Italia si è registrato nel 2007 (+24%; +17% in Italia) e nel 2008 (+17%; +13% in Italia). Il maggior numero di stranieri risiede nel Teramano (23.829 unità; 7,63% della popolazione totale), seguito dall’Aquilano (21.861; 7,06%), dal Chietino (19.518; 4,91%) e dal Pescarese (15.779; 4,88%).

La provincia che, tra il 2001 e il 2010, ha fatto registrare il maggior incremento è quella di Pescara (+342%); seguono Teramo (+304%) e Chieti (+278%). Solo L’Aquila (+212%) è cresciuta meno dell’Italia (+237%) .

I sei gruppi più numerosi di stranieri – rileva lo studio – sono i rumeni (22.385 unità; 27%), gli albanesi (13.735; 17%), i maroccchini (5.786; 7%), i macedoni (5.277; 6%) e i cinesi (4.457; 6%). I rumeni vanno dalle 6.995 unità di Chieti alle 4.114 di Pescara. Nel Teramano i gruppi più numerosi sono gli albanesi (5.508 unità) e i cinesi (2.878), impegnati in particolare nel settore manifatturiero, mentre nella Marsica si concentrano soprattutto marocchini (2.808) e macedoni (2.783), operanti nell’ambito dell’agricoltura.

«La consistente presenza di stranieri – commenta Ronci – impone alle istituzioni e agli enti locali di gestire un nuovo spazio popolato da persone diverse per cultura, storia, etnia e di porsi come obiettivo quello di migliorare le relazioni e la comunicazione, facilitando il rapporto tra autoctoni ed immigrati. Le iniziative, in tal senso, sono ancora poche e sporadiche, ma comunque si vanno espandendo», conclude il ricercatore, citando positivamente il progetto ‘Per.I.P.L.I.’ ideato dalla Regione Abruzzo per favorire l’integrazione.

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