Berlusconi tra calcio e politica

11 dicembre 2012 | 15:00
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Berlusconi tra calcio e politica

di Xavier Jacobelli

Silvio Berlusconi è tornato in campo per ridiventare presidente del Consiglio e chiede aiuto anche al Milan, affinchè l’aiuti nella titanica impresa, considerati i disastri che ha combinato quando guidava il governo italiano e il crollo dei suoi consensi (gli ultimi sondaggi assegnano al suo partito dall’11 al 13% dei voti).

Per questo motivo, il Cavaliere ha ordinato a Galliani di fare ogni sforzo pur di ingaggiare Mario Balotelli, 22 anni, ex Inter, bomber in crisi del Manchester City fuori dalla Champions League, dall’Europa League e, soprattutto, fuori da ogni pazienza verso SuperMario che gioca poco e, anche per questo, non segna quasi mai.

C’è un precedente elettoral-calcistico che Berlusconi non dimentica. Si chiama Kakà. Nel 2009, l’allora premier aveva promesso ai milioni di tifosi milanisti che mai e poi mai avrebbe ceduto il brasiliano al Real Madrid. Mantenne la parola sul mercato invernale: era il 31 gennaio, quando, in diretta tv da Biscardi, il re di Mediaset annunciò trionfante che Kakà sarebbe rimasto in rossonero, poichè aveva respinto le offerte del City.

Peccato che cinque mesi più tardi, il Milan cedette al Real Madrid l’Eroe del 2007, quando i rossoneri vinsero Champions e Mondiale per club. Per giunta, Via Turati scelse il momento sbagliato: i giorni delle elezioni europee, alle quali Berlusconi e il suo partito rimediarono una sonora batosta. I sondaggisti di fiducia dell’allora

premier calcolarono nel 2% in meno di voti le conseguenze dell’Effetto Kakà sugli arrabbiatissimi tifosi del Milan, ma non più elettori del loro presidente.

Balotelli costa almeno 25 milioni di euro e guadagna circa 5 milioni di euro netti all’anno. Il Milan si accollerebbe metà dell’ingaggio per la seconda parte

della stagione, ma vorrebbe prenderlo in prestito, senza diritto di riscatto già fissato, per ridiscutere i termini dell’eventuale acquisto in giugno.

Gli inglesi, però, da questo orecchio non ci sentono. Anche se hanno sei attaccanti in organico, non intendono svendere Balotelli. E poi c’è l’Inter che, quando

cedette l’attaccante, strappò un diritto di prelazione: prima di vendere SuperMario a qualunque club, i Citizens dovranno informare Moratti.

A Milano, un altro derby è appena cominciato.

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