Cerimonia d’intitolazione del ponte carrabile dell’Ostiense

11 dicembre 2012 | 16:24
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Cerimonia d’intitolazione del ponte carrabile dell’Ostiense

di Nando Giammarini

Settimia Spizzichino, unica donna superstite alla retata del 16 ottobre 1943 al ghetto di Roma, persona di profonda cultura ed intelligenza era un personaggio molto popolare nella Capitale e nella sua zona, la Garbatella, dove viveva e partecipava senza risparmio di energie alla vita sociale e politica del quartiere.

La sua famiglia era stata sterminata ad Auschwitz; da quella terribile esperienza nei campi di concentramento era maturata la scelta di diventare testimone vivente dell’odio e della barbarie nazi-fascista affinchè nessuno dimentichi mai quell’orrore. A questo fine ha incontrato tantissima gente tra cui un’infinità di studenti che serbano di lei un meraviglioso, indelebile, ricordo.

Autrice di uno splendido libro “Gli anni Rubati” Le memorie di Settimia Spizzichino reduce dai Lager di Auschwitz e Bergen-Belzen pubblicato nel 1996, in cui rammenta tutte le atrocità inferte da quelle belve umane dei nazisti affinchè la memoria aiuti a capire e serva a evitare tragedie future. Esso scaturisce da un dovere di raccontare e ricordare le tante povere genti che non sono sopravvissute a quell’inferno tant’è che dice: «Io della mia vita voglio ricordare tutto, anche quella terribile esperienza che si chiama Auschwitz: due anni in Polonia (e in Germania), due inverni, e in Polonia l’inverno è inverno sul serio, è un assassio, anche se non è stato il freddo la cosa peggiore. Tutto questo è parte della mia vita e soprattutto è parte della vita di tanti altri che dai Lager non sono usciti. E a queste persone io devo il ricordo: devo ricordare per raccontare anche la loro storia. L’ho giurato quando sono tornata a casa; e questo mio proposito si è rafforzato in tutti questi anni, specialmente ogni volta che qualcuno osa dire che tutto ciò non è mai accaduto, che non è vero».

Lo scorso lunedì 3 dicembre la Giunta Capitolina – accogliendo la richiesta avanzata dal Municipio XI e sostenuta dalla Comunità Ebraica di Roma – con una cerimonia molto toccante ha intitolato a Settimia Spizzichino il ponte dell’Ostiense. Ai suoi due lati sono state scoperte due targhe di marmo con la scritta: ”Ponte Settimia Spizzichino, vittima della persecuzione nazista 1921-200”.

Presenti il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, il presidente della Comunità Ebraica, Riccardo Pacifici; dell’assessore alla cultura di Roma Capitale, Dino Gasperini; del Presidente del XI Municipio, Andrea Catarici; dell’Assessore alla cultura e la memoria dell’XI Municipio, Carla di Veroli, nipote della sig.ra Spizzichino; del Presidente del Consiglio Provinciale, Pina Maturani e tanti altri esponenti del mondo della cultura ed istituzionale.

Il presidente della Comunità Ebraica di Roma in un passo del suo intervento si è cosi espresso: «Settimia è stato un esempio per la nostra Comunità soprattutto perché ha avuto la determinazione e la forza di raccontare ogni giorno la sua esperienza. Non faremo sconti nei confronti di chiunque voglia rivendicare l’orgoglio fascista – ha sottolineato Pacifici – costoro ci troveranno uniti in questa battaglia e ci auguriamo di sentirne il senso anche nelle prossime campagne elettorali».

La nipote, Carla di Veroli, ricordando, commossa, sua zia ha detto: «Portò avanti il suo impegno senza soste per combattere le ideologie nostalgiche del nazismo e del fascismo. Ha vissuto fino al giorno della sua morte nel quartiere Garbatella dove ha attivamente partecipato alla vita sociale e politica, non mancando mai di incontrare gli alunni delle scuole che serbano di lei un ricordo indelebile. Settimia ha avuto l’impegno di ricordare. Contro episodi di xenofobia verificatisi anche a Roma o manifestazioni di movimenti che si rifanno a ideologia fascista, questo ponte porta un messaggio importante: porta da una parte all’altra, unisce due sponde, per colmare e superare qualcosa che viene avvertito come un ostacolo dell’antifascismo». Tutti, credo, siamo d’accordo nell’intitolazione del ponte a questa donna; è il giusto riconoscimento che rimarrà nella storia per quanto ella ha rappresentato nella sua vita e per la tenacia nel mantenere vivo il ricordo in un dialogo intergenerazionale.