Avezzano, storia di una scuola disastrata

14 dicembre 2012 | 11:13
Avezzano, storia di una scuola disastrata

di Gioia Chiostri

Si è tenuta ieri alle ore 15,00 del pomeriggio una riunione degli insegnanti della Marsica, e cioè il Coordinamento Interscolastico Marsicano, presso l’Auditorium di Avezzano con lo scopo di discutere assieme sulle vicende politiche e sociali che riguardano la scuola e chi la cresce. Si è data voce a una classe, quella dei docenti, straziata ed esasperata dal Governo.

A Trieste, un esempio su tutti, gli insegnanti hanno protestato con l’allestimento di mille “cadaveri” stesi sulla piazza per simboleggiare la morte della Scuola Pubblica. Ieri si è voluto ancora una volta ribadire l’altissimo valore del docente e si è parlato delle numerose manifestazioni che sono avvenute nei giorni scorsi: a Terni ci sarà la simulazione della morte bianca il 16 Dicembre.

«Ora fatichiamo a muoverci, dicono a gran voce gli insegnanti marsicani, ma finché non ci sarà la legge di stabilità noi continueremo a lottare». Il problema dei tagli alla scuola pubblica è ovviamente sentito da tutti i docenti anche se all’assemblea di ieri molti non hanno potuto partecipare per vari impegni in diverse scuole, come consigli o incontri scuola – famiglia.

«Berlusconi a Marzo 2011 ha fatto una dichiarazione palese e molto dura, ossia che i docenti fuorvierebbero i ragazzi, che riescano ad entrare nelle loro teste», dice il corpo docenti. Tant’è che ieri erano presenti anche due ragazzi del Liceo Scientifico M. Vitruvio Pollione che sta passando, in questo momento, una situazione più che difficile.

È stato proiettato anche un video sulla situazione dei docenti al giorno d’oggi con varie immagini molto significative e discorsi tenuti da grandi personaggi sul tema “istruzione”; emblematica la musica di sottofondo: è stata scelta la melodia prodotta da un’orchestra composta da ragazzi che si sono potuti formare grazie alla borse di studio che ora mancano.

I docenti marsicani hanno deciso di protestare in maniera pulita e parca attraverso l’accensione di un cero in una data ora della giornata scolastica. L’atto è molto significativo e verrà accompagnato dalla lettura di una frase d’autore sulla scuola e l’istruzione in generale, di autori come Calvino, ad esempio.

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“Storia di una scuola disastrata, ovvero come ministro dopo ministro è stata distrutta la scuola pubblica italiana”: questo il titolo del video realizzato assieme da ragazzi e docenti. Si è parlato anche della volontà di dare luogo ad un Referendum contro i soldi stanziati per le scuole private.

Ad aprire il video, una testimonianza di Pietro Calamandrei, politico e docente, il quale sessant’anni fa scriveva che dare denaro pubblico alle scuole private è il primo sentore del disfacimento morale. Il video poi è andato avanti mostrando tutto un sequel di Ministri dell’Istruzione che si sono via, via succeduti: negli anni settanta c’è stato Riccardo Misasi, e su di lui ha scritto un coraggioso giornalista della Repubblica, testimoniando il fatto che egli fu accusato di associazione a delinquere di tipo mafioso e corruzione, era stato inoltre dichiarato dai giudici un assassino. Era chiamato dai suoi seguaci “il grande cuciniere” e proprio lui è stato Ministro della Pubblica Istruzione. Nella DC ad esempio si diceva che Misasi governava e De Mita regnava. Poi il video ha mostrato Malfatti, Spadolini, Adolfo Sarti che è stato al governo pochi mesi; Franca Falcucci (Ministro dell’Istruzione dal 1982 al 1987) contestatissima dagli studenti. Anche se a quanto pare è stata l’unica che abbia subito in Parlamento un processo “finto”: De Mita è stato l’unico, fra i deputati, che la difese e di fatti litigò con Craxi che non si degnò di spendere nemmeno una buona parola per lei, nonostante proprio lui l’avesse messa come Ministro dell’Istruzione Pubblica. Craxi, anzi, rimase famoso perché durante un’intervista mentre mangiava un tramezzino, disse che la Falcucci «faceva pena». Si è passato poi alla Iervolino, Ministro dal ’82, Giancarlo Lombardi (’95 – ’96) che fu messo da Dini: un industriale a fare il ministro dell’Istruzione. Poi è succeduto Berlinguer che ha fatto finta, racconta il video, di fare le riforme; da lui è cominciata la svalutazione dei professori. Si è parlato della legge 62 del 2000 voluta fortemente da D’ Alema che in parole povere dava soldi alla scuola privata. Poi ha ricoperto la carica di Ministro Tullio De Mauro (2000 – 2001), per lasciare il posto a Giuseppe Fioroni (2006 – 2008) il quale parlò di rimandi estivi al posto dei debiti formativi e propose inoltre una revisione rigida dell’esame di Stato. Si va poi a Letizia Moratti, ministro fino al 2006, che fu la cadetta della famiglia Brichetto, frequentò il Collegio delle fanciulle a Milano e la scuola di danza classica di Carla Strauss sempre a Milano, sposò infine Moratti. Nel 2009 ha deciso di dedicare un parco di Milano a Bettino Craxi, che è stato condannato. Per arrivare a Mariastella Gelmini. Ora è Ministro della Pubblica Istruzione Francesco Profumo; ma dopo di lui?

Simpatica e preoccupante la continuazione del filmato che ha mostrato quali saranno (forse) le scelte dei prossimi papabili Presidenti del Consiglio. Montezemolo ha detto che era bravissimo nell’arte del copiare, perché anche chi copia potrà un giorno farsi strada come ha fatto lui. Il Ministro dell’Istruzione pensato dai docenti per il suo Governo è Lapo Elkann. La destra invece, secondo gli insegnanti marsicani potrebbe proporre Vittorio Sgarbi. Il PD, dal canto suo, proporrà Rosy Bindi. E chi più ne ha più ne metta.

Alla luce dei fatti, i docenti pretendono che il ministro dell’Istruzione venga dal mondo della Scuola cosicché sappia affrontare nel migliore dei modi le problematiche legate all’istruzione dei ragazzi perché «le vere vittime sono i ragazzi e i loro figli che verranno».

«A Scampia, parlano chiaro gli insegnanti, l’unica istituzione presente è proprio la Scuola Pubblica; la scuola è rimasta l’unica voce plausibile, oggi».

L’assemblea si è chiusa poi con la volontà espressa di informare gli alunni e le rispettive famiglie di questo problema lacunoso che ha nome di Scuola Pubblica; la Commissione UE ha aperto una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia per l’abuso dei contratti a tempo indeterminato.

Marcello Pacifico, presidente dell’Anief, ha detto che se l’Italia vuole stare in Europa deve rispettare le procedure che Bruxelles impone sul diritto del lavoro e sulle assunzioni dei cittadini che vi operano.

Le denuncie dell’Anief sullo sfruttamento dei precari della scuola producono importanti effetti anche sull’UE: nella scuola diverse decine di migliaia di docenti, amministrativi, tecnici ed ausiliari vengono per cattiva prassi assunti ad inizio anno scolastico e licenziati in estate in corrispondenza del termine delle lezioni. La decisione della Commissione UE di chiedere spiegazioni sulla mancata applicazione della direttiva comunitaria 1999/70 che obbliga i datori di lavoro, lo Stato, ad assumere a titolo definitivo il personale che abbia svolto almeno 36 mesi di servizio, è giunta dopo tantissime denunce presentate dall’Anief.

«Si sta indagando, ha fatto sapere la commissione europea, sull’apparente assenza di veri rimedi quando c’è abuso di questi tipi di contratti per tutto il personale scolastico. Sembra che ci sia un trattamento meno favorevole del personale fisso rispetto a quello temporaneo. La direttiva chiede che si adottino delle misure e la Commissione le sta aspettando da parte dell’Italia».

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