
di Tiziana Pasetti
Esci un venerdì mattina. Il tuo lavoro ti aspetta. E’ un lavoro delicato. Una missione. Insegnare ai bambini. Leggere, scrivere, rispettare, crescere. Devi lasciarti tutto alle spalle, se sei una maestra vera. La tua vita, i tuoi problemi. Non c’è altro, solo i bambini. Solo un grande progetto di vita, di futuro buono.
Queste donne sono morte ma io dico che la salvezza di questo mondo perduto passa attraverso le braccia aperte di Victoria Soto. Proteggere bambini non suoi. Rispettare il patto tacito stabilito con chi di mattina lascia una manina nella tua.
La salvezza di questo mondo perduto da tempo passa attraverso le parole coraggiose della preside, Dawn Hochsprung, e della terapeuta Mary Sherlach, la pistola puntata alla testa, che hanno tentato di convincere quel ragazzo armato, che hanno cercato di calmarlo.
La salvezza passa attraverso le parole rotte dei genitori che guardano in faccia il mondo supplicandolo. Mio figlio non è quel corpo straziato. Mio figlio è stato tanto di più. E’ stato tutte le volte che l’ho sognato e poi la sua attesa. E’ stato il primo respiro. Il primo passo. La prima candelina spenta. Il primo giorno di scuola.
E’ stato il bacio di questa mattina, sulla porta.
E’ stato quel «ci vediamo dopo,
e va bene, sì,
ti porto a prendere un gelato».
tpasetti@gmail.com
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