
Presidente Chiodi, Consiglieri,
Chi vi scrive è una madre nonché moglie di uno degli 12 precari del servizio BURA che a breve si troveranno senza un lavoro. Presuppongo che qualcuno di voi vorrà cestinare questa mail senza nemmeno leggerla, ma io vi prego invece di leggerla fino alla fine, vi ruberà solo qualche minuto del vostro preziosissimo tempo.
Mi preme ricordare, a vantaggio dell’opinione pubblica, che il personale del BURA gestisce il bollettino da ben 11 anni di onorato e ORDINARIO SERVIZIO, con alle spalle 2 concorsi pubblici superati e una recente sentenza che riconosce loro il requisito di ordinarietà (e anche qualcosa di più!) che 3 anni fa ha permesso ad altre 73 persone di essere stabilizzate. Come dire: sono precari che hanno sempre lavorato come lavoratori subordinati.
Mi permetta una domanda, Signor Presidente, ma se la legge è uguale per tutti, ottemperare ad una sentenza non dovrebbe essere obbligo tanto di un privato cittadino quanto di una pubblica amministrazione?
Ricordo ancora che in questi 11 anni di precariato hanno fatto si che la produzione e la stampa del bollettino si svolgesse ALL’INTERNO dell’ufficio regionale, svincolandosi dall’appalto ad una tipografia esterna e producendo un notevole risparmio. Hanno inoltre favorito la diffusione on line del bollettino stesso, riducendo ulteriormente i costi di stampa.
Potreste spiegarmi dunque con quale logica avete deciso di sostituire tale personale con altro personale precario, reclutato tramite ARIT (ente strumentale di prossima soppressione) o al massimo attraverso società che con l’ARIT collaborano, senza assicurazione che siano realmente preparati per la gestione del servizio in oggetto? E questo in un periodo in cui si parla tanto di ottimizzazione dei costi e si cerca di evitare le esternalizzazioni dei servizi! Eppoi, mi spiegate ancora perché dare l’incarico ad una società con sede a Tortoreto invece di tutelare lavoratori scolarizzati e professionisti già presenti nella struttura?
Tra tante decisioni che, mi rendo conto, non dipendono totalmente da voi, questa era una di quelle che invece, si è consumata e decisa nelle vostre riunioni consiliari. Avevate in mano il destino di 12 persone, avevate la possibilità di tutelare e garantire un servizio efficiente e professionale, e avete scelto la direzione totalmente opposta.
Perdonatemi l’ardire ma, guardando ai fatti, non posso che ravvisare una marcata volontà politica di “farli fuori” nonostante vi fossero tutte le condizioni adatte per poter gestire diversamente la situazione. La decisione mi lascia ancor più perplessa in quanto il passaggio di consegne all’ ARIT è avvenuto in una sola settimana e per di più (cosa molto brutta) nel periodo natalizio!
Non credo vi rendiate conto, (o forse non vi interessa), del danno che la vostra decisione causerà non solo ai 12 lavoratori, ma di riflesso, all’intera città poiché le persone suddette, molte over 40, per cercare una nuova occupazione saranno costrette a guardare al di fuori, visto che la nostra città non offre, al momento, molte opportunità. L’Aquila diventerà sempre più una città per vecchi!
Come cittadina non posso che esprimere sdegno e vergogna per quanto si è consumato nei palazzi del potere, anche perché credo che l’opera di buon governo si manifesti e si realizzi nel tutelare con ogni mezzo l’intero territorio, garantire ad esso assistenza e sviluppo, soprattutto alle aree più svantaggiate, evitando favoritismi, scelte di parte o di partito. Questo è l’unico criterio che consente, e consentirà per il futuro a tutti noi cittadini, di valutare e scegliere con discernimento i nostri amministratori.
Buon Natale
Lettera firmata