Centro psichiatrico, no opzione Bagno

21 dicembre 2012 | 13:42
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Centro psichiatrico, no opzione Bagno

L’Associazione 180 amici dice “no” alla soluzione di Bagno indicata dal manager della Asl, Giancarlo Silveri, che intende collocare temporaneamente le sedi del Centro diurno psichiatrico e il Centro di Salute mentale sequestrate dalla Commissione parlamentare sulla Sanità in una palazzina in affitto nella frazione di Bagno.

«La palazzina è lontana da qualsiasi contesto sociale e urbanizzato, che comporterebbe gravi difficoltà di mobilità in autonomia per gli utenti del centro diurno psichiatrico», si legge in una nota del consigliere regionale del Partito di rifondazione comunista, Maurizio Acerbo, presene alla conferenza stampa che si è tenuta questa mattina insieme al dottore Alessandro Sirolli, presidente dell’Associazione 180 amici, e a Francesco Marola,segretario provinciale Prc.

«Dopo le inadempienze che hanno portato al secondo intervento della Commissione parlamentare e dei Nas che ha decretato la chiusura del centro diurno psichiatrico collocato dal 4 novembre 2009 in container, il manager Silveri ha pensato di correre ai ripari “ordinando” il trasferimento del centro diurno in una palazzina già in affitto da tempo a Bagno», si legge nella nota.

«Come denunciato dall’Associazione 180 amici e dagli utenti, la soluzione di Bagno è ghettizzante e di fatto riproduce l’isolamento tipico di una struttura manicomiale. Inoltre, considerato che la provvisorietà dei container è perdurata dal 4 novembre ad oggi, si può dedurre la pericolosità di questa cosiddetta “sistemazione provvisoria”. Del resto è da rilevare anche la gravità della condizione dei centri di salute mentale e dei centri diurni del resto della provincia. Su questo aspettiamo gli esisti del controllo civico condotto dal Tribunale del malato, cittadinanza attiva e agenzia sanitaria regionale».

«Il manager Silveri continua sulla linea di negligenza che ha portato alla clamorosa situazione attuale. Nella vicenda probabilmente non è estranea la volontà di svendere il complesso di Collemaggio per fare cassa nel ripianamento del debito sanitario regionale. Ricordiamo che le locazioni o la eventuale alienazione degli stabili degli ex ospedali psichiatrici costituiscono prioritariamente risorsa finanziaria per i servizi territoriali di salute mentale secondo la legislazione vigente».

«Il manager sostiene che non esistano altre soluzioni: non è possibile fare tali dichiarazioni visti i mesi trascorsi nell’inadempienza. Il governatore Chiodi dovrebbe convocare al più presto un tavolo con Direttore generale, sindaco dell’Aquila e presidente della Provincia per affrontare l’emergenza venutasi a creare e trovare soluzioni condivise in linea con la legislazione (progetto obiettivo nazionale salute mentale) e le raccomandazioni dell’Oms e della Conferenza europea sulla salute mentale. Vista l’imminenza della scadenza del mandato e del rinnovo delle nomine dei dirigenti da parte della giunta regionale e visti i trascorsi, ci auguriamo che Silveri non venga confermato direttore della Asl».

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