
Il processo sanità, che vede come inputato, oltre ad altre 27 persone, l’ex presidente della Regione Ottaviano Del Turco e l’ex patron di Villa Pini Vincenzo Maria Angelini, è giunto ieri all’ultima udienza prima della pausa natalizia.
Come si legge su [i]Il Centro[/i], gli ultimi a deporre sono stati Giordano Cerigioni, l’imprenditore accusato di riciclaggio che ha patteggiato nell’inchiesta una pena di un anno e dieci mesi, e due dipendenti di Villa Pini chiamati come parte civile dai legali di Angelini.
Durante la sua deposizione, Cerigioni ha detto di «aver accettato di patteggiare perché non avevo la forza economica per sostenere il processo» e di non sapere di presunti conti all’estero a suo nome. «Forse qualcuno ha usato i miei documenti», ha poi aggiunto nell’aula 1 retta dal presidente del collegio Carmelo De Santis, «ma sono venuto a sapere di quei conti in questo processo. Se avessi potuto avrei chiesto giustizia anche per questo».
Raffaella Orsini, addetta alle pulizie a Villa Pini, e Daniele Tatonetti impiegato nel laboratorio tecnico della clinica hanno deposto dopo Cerigioni. I due sono stati chiamati a testimoniare perché, per l’accusa, Camillo Cesarone, accusato di concussione, avrebbe costretto Angelini ad assumerli.
«Sono entrato per le mie capacità», ha detto Tatonetti. «Non conoscevo Cesarone, sapevo solo che si diceva che per entrare a Villa Pini ci voleva l’interessamento di qualcuno e tra i nomi veniva fatto anche quello di Cesarone».
Il 16 gennaio si riapriranno le porte del processo con la deposizione di Venceslao Di Persio e, nel pomeriggio,con l’esame degli imputati: il primo è Pierluigi Cosenza e il secondo, secondo l’ordine, è Angelini.