
Aumenta la percentuale delle persone che in questi ultimi quattro anni si è sottoposta agli screening oncologici per il tumore al seno, al collo dell’utero e al colonretto. Ma rimangono grosse differenze tra Nord, Centro e Sud.
Questo in sintesi il quadro che emerge dal rapporto dell’Osservatorio nazionale screening. In particolare, per quel che riguarda la mammografia, si stima che tra il 2010 e 2011 il 70% delle 50-69enni ne abbia fatta una, con valori più alti al Nord (81%) e al Centro (77%) e più bassa al Sud e nelle isole (52%), con marcate differenze regionali. Si va dal 44% della Campania all’85% dell’Emilia.
Tra i bienni 2009-2010 e 2007-2008 c’è stato un aumento del 7% delle donne invitate a fare la mammografia, e del 4% nel 2011. Il 20% delle donne fa l’esame fuori dei programmi di screening organizzati.
Quanto allo screening cervicale, i dati stimano che nel biennio 2010-11 circa il 76% delle donne 25-64enni abbia eseguito un pap test o un esame del Papilloma virus (Hpv). La copertura complessiva al test preventivo raggiunge valori elevati al Nord (85%) e al Centro (83%), mentre è più bassa al Sud (63%). Il 38% delle donne lo fa fuori dai programmi di screening gratuiti.
Infine, circa il monitoraggio per il tumore del colonretto, nel 2009-10 l’attività di screening ha visto una notevole accelerazione, con circa 6,3 milioni di persone invitate e un’adesione all’invito del 50%. Si stima che tra il 2010-11 il 36% delle persone tra i 50-69 anni abbia eseguito lo screening, il 56% al Nord, il 38% al Centro e il 16% al Sud.
Tuttavia c’è ancora da lavorare sui tempi, perché il periodo che intercorre tra un test positivo, l’approfondimento e l’eventuale intervento chirurgico è ancora troppo lungo.
Nella maggior parte dei casi passano più di due mesi per l’esame di approfondimento dopo il test e per l’intervento chirurgico solo il 53% riesce a farlo entro 30 giorni dalla diagnosi.