
Un’ordigno esplosivo rudimentale è stato rinvenuto nei pressi di una base militare italiana in Afghanistan, quasi in concomitanza con la visita a quell’avamposto del sottosegretario alla Difesa, Gianluigi Magri.
I fatti risalgono a ieri sera, quando i militari di stanza nella base avanzata Tobruk, a Bala Baluk, grazie all’occhio di uno speciale dirigibile che controlla l’area, hanno notato alcune persone piazzare l’ordigno lungo la strada.
Stamani l’ordigno, del peso di circa 25 chili, è stato individuato dal sistema di videosorveglianza della base e distrutto, più o meno in contemporanea con la visita di Magri, che in una trasferta di più giorni ha salutato i militari italiani schierati nelle basi di Farah, Herat, Shindand (anche qui è stato fatto brillare un quantitativo di armi e munizioni sequestrato nei giorni scorsi) e, appunto, Bala Baluk.
Sempre nel distretto di Bala Baluk, i genieri del 32° reggimento della Taurinense hanno distrutto 80 sub-munizioni, 2 bombe da mortaio da 82mm, 11 spolette e una bomba illuminante da 155mm.
Gli ordigni erano stati ritrovati in un nascondiglio nel corso di un’operazione condotta da un plotone dell’8° reggimento bersaglieri di Caserta, insieme agli specialisti del genio e a forze della 2^ brigata dell’esercito afghano.
«Ai nostri militari», ha detto il sottosegretario, «ho espresso la gratitudine del Governo e di tutto il Paese per il lavoro importante che fanno e per come lo fanno, con grande efficacia e senso di umanità».
«Ho trovato dei soldati motivati, dal morale alto e sereni, solidali tra loro e con il popolo afgano, che apprezza lo sforzo che stiamo facendo. E ricambia. Basti pensare che proprio oggi, al termine della messa di Natale celebrata nella base Tobruk dal vescovo ausiliare dell’Aquila Giovanni D’Ercole, due ufficiali dell’Esercito afgano hanno voluto esprimerci la loro vicinanza in un momento che sanno essere per noi particolarmente sentito».
«L’Italia», ha detto Magri ai militari in Afghanistan, «è orgogliosa di voi, perché non solo difendete la pace e la sicurezza internazionale, ma quotidianamente contribuite alla ricostruzione di questo Paese sostenendo la popolazione con l’attuazione di progetti nei più svariati settori, dall’educazione alla sanità, dallo sviluppo economico alla governance».