Gran Sasso, operatori infuriati: Cialente vattene

26 dicembre 2012 | 16:39
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Gran Sasso, operatori infuriati: Cialente vattene

di Marianna Gianforte

Alberghi semivuoti e di turisti nemmeno l’ombra. Esplode nel giorno di Santo Stefano la rabbia degli albergatori e degli operatori turistici del Gran Sasso, dove il Natale è passato con gli impianti sciistici chiusi.

E a Fonte Cerreto, alla base della funivia che pure è ferma, sono spuntati striscioni di protesta contro il sindaco Massimo Cialente e il consiglio d’amministrazione del Centro turistico del Gran Sasso: ironiche “decorazioni natalizie” di un Natale da dimenticare per gli albergatori di Fonte Cerreto.

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«Cialente becchino del Gran Sasso»; «Cialente & Lallini spa»; «Sindaco go home»; «Cialente questo è solo l’inizio, mo basta»: sono soltanto alcuni degli striscioni che hanno duramente attaccato Cialente, una decina in tutto. Una polemica che si è trasferita anche su [i]Facebook[/i], con tanti utenti che hanno rincarato la dose. «Il Gran Sasso è nelle stesse condizioni dell’Aquila, Onna e di tutti i borghi aquilani», commenta un lettore, «tutto fermo e tutto abbandonato». E ancora: «Chi gestisce gli impianti dovrebbe avere la dignità di andare via». Un altro lettore, intristito, scrive: «Povera montagna, poveri aquilani, poveri imprenditori».

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È ancora in alto mare il sopralluogo che l’Ustif (l’Ufficio speciale trasporti a impianti fissi, organo periferico del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti) avrebbe dovuto eseguire nei giorni scorsi, ma che non è stato portato a termine a causa di una bufera di neve che li ha bloccati prima di Natale. E a Natale e Santo Stefano, si sa, non si lavora. Tutto rimandato ai prossimi giorni.

Una bufera definita «una maledizione» dal sindaco, che ha precisato: «Alle Fontari è tutto pronto, manca solo il controllo finale dell’Ustif. Se viene affermato il contrario, si finisce per esasperare il clima di sabotaggio che si respira all’interno del Ctgs».

Ma per gli operatori del Gran Sasso la responsabilità della mancata apertura degli impianti in tempo per le festività natalizie e per il terzo anno consecutivo, «è di Cialente». La stagione è praticamente persa per gli operatori, che questa mattina si sono dati appuntamento a Fonte Cerreto per protestare, mentre si preparano ad avviare una class action contro amministrazione comunale e Ctgs per vedere ripagati i danni subiti dalla mancata apertura degli impianti.

«Cialente ha ucciso il Gran Sasso», ha detto l’albergatrice Ada Fiordigigli, vicepresidente dell’associazione Gran Sasso360. «Per quale motivo i turisti dovrebbero venire qui se non possono sciare?».

Agli albergatori non resta che cercare di salvare almeno il Capodanno, con cenone e veglione a buon prezzo. Ma non saranno i festeggiamenti di una serata a salvare il destino del turismo del Gran Sasso.