
di Marianna Gianforte
Una decisione presa senza chiedere parere a consiglieri e assessori, ma maturata in solitudine. Una decisione comunque ferma quella di Antonio Del Corvo, che rivendica l’autorevolezza della sua scelta di dimmettersi dal suo ruolo di presidente della Provincia e chiarisce: lasciato solo dalle altre istituzioni e dai parlamentari.
Ma Del Corvo respinge l’epiteto di “desaparecido” che qualcuno vorrebbe attaccargli addosso. Anche sabato, durante la cerimonia di apertura della galleria Serralunga a Campo Felice, tra le autorità ha spiccato a lungo la sua assenza. Solo a metà degli interventi è arrivato e si è posizionato sul palco vicino al sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente.
«La goccia che ha fatto traboccare il vaso», per il presidente Del Corvo, «è rappresentata da chi porta le istanze del territorio a Roma», spiega chiarendo quel passaggio della sua lettera di dimissioni in cui parla di “inadeguata rappresentanza parlamentare”.
Un passaggio nel quale si riferisce, in particolare, «al comma 417 della Legge sulla Stabilità. Tutti sappiamo che il tappo della ricostruzione è diventato il genio civile. Nella Legge di Stabilità è stata prevista la proroga dei contratti per il Comune sì e per la Provincia no. I nostri parlamentari hanno letto il comma 417? Se ne sono interessati?», domanda che lascia intendere che la Provincia sia stata lasciata sola.
E i rapporti con Chiodi? «I rapporti con Chiodi sono molto freddi», aggiunge Del Corvo, «lui non si è mai occupato di queste cose, non hanno aiutato la Provincia».
Quanto alle dimissioni: scelta politica, rivendica Del Corvo; decisione forte «per non fare la campagna elettorale per coloro che sono in Regione».
Poi, sulla candidatura alle politiche, chiarisce: «Non ho ancora accettato la candidatura. La legge prevede che entro il 29 avrei avuto tempo di consegnare le mie dimissioni. E l’ho fatto rispettando i tempi. Ho preso qualche giorno di riflessione. Vedremo quali sono le possibilità che ci sono di andare avanti con l’attività amministrativa. Ma certo se questi qui devono essere i rappresentanti che rappresentano la Provincia dell’Aquila…», conclude allargando le braccia in segno di scorraggiamento.
E la questione Specchio? Hanno avuto ripercussioni sul suo ruolo di presidente della Provincia i fatti legati all’arresto per corruzione del direttore generale Valter Angelo Specchio, uomo vicino a Del Corvo? «Assolutamente no. L’indagine su Specchio non c’entra nulla. La magistratura farà il suo lavoro».