
di Xavier Jacobelli
Calcio 31 dicembre 2012
Ultimo giorno dell’anno, i Flop 2012.
Mario Balotelli, attaccante del City e della Nazionale italiana con la quale è stato uno dei capocannonieri dell’ultimo Europeo. Dopo la finale di Kiev (1° luglio), è andato in black out prolungato: primo gol il 25 settembre nella partita di League Cup persa per 4-2 con l’Aston Villa nei tempi supplementari; il 3 ottobre, invece, nella terza giornata della fase a gironi di Champions League, su calcio di rigore nel recupero ha permesso al City di pareggiare per 1-1 con il Borussia Dortmund. Stop. Non gioca dal 9 dicembre scorso. Mario, hai un talento fantastico. Ma metti la testa a posto.
Silvio Berlusconi, presidente onorario del Milan. Il 2012 è stato un annus horribilis per i tifosi rossoneri: non soltanto la loro squadra non ha vinto nulla (può capitare anche a un club che, sotto la gestione del Cavaliere, dall’86 ad oggi ha conquistato 28 trofei, fra nazionali e internazionali). Ciò che ha fatto imbufalire i milanisti è stata la montagna di panzane propalate loro fra metà maggio e metà luglio, quando Ibrahimovic e Thiago Silva vennero uficialmnte dichiarati incedibili, salvo essere venduti entrambi al Psg. Si aggiunga la demolizione dell’organico che aveva consentito ad Allegri di vincere lo scudetto 2011 al primo tentativo, la Supercoppa di Lega e di arrivare secondi alle spalle della Juve nel 2012. Silvio, fai un fioretto per il 2012: prometti di raccontare sempre la verità ai tifosi del Milan.
José Mourinho, allenatore del Real Madrid. Da Special One a Special -16, tanti sono i punti di distanza del Real terzo in classifica dal Barcellona, capolista della Liga dopo 17 turni in cui i catalani hano frantumato ogni record. Negli ottavi di finale Champions l’aspetta il Manchester United: se sbaglia, la Casa Blanca potrebbe cacciarlo anzitempo. Josè a Madrid ha litigato quasi con tutti: lo spogliatoio è una polveriera, i rapporti con la stampa sono di guerriglia quotidiana, buona parte dei tifosi gli ha voltato le spalle. Anche i Grandi cadono.
Marco Branca, direttore area tecnica Inter. Siccome Sneijder guadagna 6 milioni di euro netti all’anno più i bonus e ha un contratto in scadenza il 30 giugno 2015, Branca si affaccia in tv e sbotta: “O l’olandese spalma il contratto sino al 2017 o non gioca”. Da quel momento, l’Inter si incarta. Compito per il 2013: ripassare norme su mobbing e non mobbing nel calcio.
Roman Abramovic, proprietario del Chelsea dal 2003 (club per il quale si calcola abbia speso sinora quasi 1 miliardo di euro), nel 2012 considerato da Forbes il 68° uomo più ricco del mondo con un patrimonio stimato di 12,1 miliardi di dollari. In 14 giorni, fra il 5 e il 19 maggio scorsi, Roberto Di Matteo guida il Chelsea alla conquista della Coppa d’Inghilterra e della prima Champions League della sua storia. Non gli bastano per evitare l’esonero, deciso da Abramovic alle 6 del mattino del 21 novembre, dopo la sconfitta con la Juve. Arriva Rafa Benitez, tecnico n.12 in 9 anni e il Chelsea perde il mondiale per club, battuto in finale dal Corinthians. Compito per il 2013 affibbiato ad Abramovic: ricordarsi che i soldi non bastano per avere la felicità. E nemmeno per continuare a vincere (senza Di Matteo).
Giudici di porta: inventati da Michel Platini per il quale, presumibilmente, il calcio ideale è quello con 8 arbitri in campo di cui due abbarbicati anche sulle traverse, vengono subito adottati dal calcio italiano con risultati disastrosi. Dalle assemblee arbitrali di condominio, nei primi 18 turni di campionato sono scaturite decisioni sballate e topiche a catena. Secondo un calcolo per difetto, risulta sbagliato circa il 30% degli interventi. Ci vuole la moviola in campo. Giudici di porta da rottamare.
Federcalcio e Lega di serie A: il 14 gennaio, l’assemblea generale rieleggerà alla presidenza Giancarlo Abete, dal 1989 al 1990 capo del settore tecnico della Figc; sino al 1997 presidente della Lega di serie C; vice di Carraro al vertice della Figc sino al 2006 e sostituto dello stesso Carraro, dimessosi dopo lo scoppio di Calciopoli, con proclamazione a presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio il 2 aprile 2007.
Considerato che, nei giorni scorsi, Carlo Tavecchio è stato confermato alla presidenza della Lega Nazionale Dilettanti, carica che ricopre dalla fine del XX secolo (era il 1999, quando lo elessero per la prima volta) e che Mario Macalli è stato confermato alla presidenza della Lega Pro, carica che ricopre da ancor prima della fine del XX secolo (era il 1997 quando lo elessero per la prima volta), è ufficiale: il calcio italiano viaggia spedito verso un modello nordcoreano di autoconservazione del potere.
Si aggiunga che l’11 gennaio, la Lega di serie A ritenterà di eleggere un nuovo presidente, essendo quello attualmente in carica dimissionario dal marzo 2011. Presidente in carica dimissionario può sembrare un ossimoro, ma nel Sistema Calcio Italia non lo è. Anche per questo è un Sistema da rottamare.