
di Marianna Gianforte
Raffica di furti a Collefracido, frazione di Sassa, durante le feste natalizie. Sette-otto abitazioni inagibili sono state letteralmente depredate dagli sciacalli che, non più soddisfatti di rubare nelle abitazioni della periferia aquilana, hanno incominciato a colpire con sempre maggiore frequenza nei centri storici delle frazioni.
I luoghi spesso meno coperti dai controlli delle forze dell’ordine. I ladri delle case inagibili non si sono fermati nemmeno il giorno di Natale, hanno colpito anche il 28 dicembre e nei primi giorni dell’anno nuovo.
L’ultimo colpo due giorni fa. I ladri sono entrati all’interno delle case del centro storico di Collefracido, accedendo attraverso una stradina interna non agibile con le auto, probabilmente con un fuoristrada. Ad essere colpito questa volta, dopo che nei mesi scorsi erano state prese di mira le case della parte “nuova” del paese, è stato il centro storico, in ex zona rossa.
I furti hanno “ripulito” 7-8 case inagibili, ma anche garage e locali utilizzati come “depositi” per conservare i mobili, gli oggetti e i suppellettili salvati dalle macerie nel post-sisma.
A denunciare “il continuo sciacallaggio” sono i proprietari delle abitazioni dove i ladri hanno messo a segno i loro furti, portando via di tutto: suppellettili, piccoli elettrodomestici e anche ori di famiglia e quadri.
Una famiglia di Collefracido, in particolare, era riuscita a recuperare con grande fatica da sotto le macerie della propria abitazione, crollata per metà con la scossa del 6 aprile 2009, una parte dei beni e dei ricordi di famiglia.
Rubati anche alcuni quadri, che il proprietario con l’aiuto dei vigili aveva portato via dalla casa a rischio crollo. Le vittime dei furti hanno sporto denuncia contro ignoti ai carabinieri della stazione di Sassa.
Aumenta la preoccupazione dei cittadini e la sensazione «di non essere protetti», raccontano. «Abbiamo già perso tutto con il terremoto, non abbiamo più la nostra casa. Adesso dobbiamo sopportare anche che ci vengano portati via i ricordi e i pochi beni salvati dalla distruzione».