
di Alessia Lombardo
Alle prese con una perdita dal tetto dallo scorso aprile una nostra lettrice, residente con la propria famiglia in un Map di Monticchio, denuncia la crescente preoccupazione per eventuali corto circuiti e il crollo del tetto, che invece sembrano non impensierire il Comune dell’Aquila.
La perdita, che nei mesi scorsi era vicino la finestra, è arrivata pian piano sopra il letto del figlio di 9 anni della signora che, lo scorso primo gennaio, si è svegliato con l’acqua sul viso. La famosa goccia che ha fatto traboccare il vaso, tanto che Rosanna Pellegrino è tornata nuovamente in Comune lo scorso 2 gennaio. «Preoccupata – spiega – sono andata mercoledì pomeriggio e non c’era nessuno. Essendo assente Di Gregorio ho parlato con l’addetto dell’ufficio delle opere pubbliche, Del Vecchio. Mi ha assicurato che nei giorni successivi sarebbero venuti a controllare e ha fatto una telefonata davanti a me. Invece non si è visto nessuno». «Così – continua – ho inviato una e-mail all’ufficio preposto per la manutenzione dei Map e non ho ottenuto risposta».
Stufa e preoccupata la signora Pellegrino stamattina si è recata in Questura per denunciare l’accaduto. «Volevo fare qualcosa contro il Comune – racconta – ma per tutta risposta mi hanno detto che non è possibile. ‘Noi non possiamo aiutarla’. Non si può fare nulla fin quando non c’è un reato penale». «Non so cosa fare – tuona – e non è possibile risolvere tutto come si fa in Italia, con una telefonata all’assessore e perché si conosce qualcuno. Non bisogna ricorrere a questi espedienti».
La signora Pellegrino, assegnataria di un Map con tre stanze, dallo scorso aprile ha informato il Comune dell’infiltrazione e, anche con la vicina (che abita sotto la propria abitazione), ha cercato di porre rimedio. «Fate le denunce, la ditta è fallita», si sono sentite dire per tutta risposta. «Dal Comune – spiega – sono venuti 3-4 volte da quando è iniziato tutto, ma hanno fatto soltanto fotografie. Foto che ho portato anch’io quando mi sono recata nell’ufficio preposto».
Prima di sfiorare la tragedia, con il Map che bruci o con il tetto che venga giù per eventuali nevicate la signora spera che dopo mesi e mesi si muova qualcosa. «Non so più cosa fare – conclude – oltre a spostare il letto e sperare che l’acqua non raggiunga le prese, non posso che augurarmi che le condizioni atmosferiche non peggiorino».
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