
Il comune non è in grado di affrontare la gestione manutentiva delle 19 piastre del Progetto Case.
A quattro anni di distanza dalla realizzazione, le strutture iniziano a presentare diverse difficoltà e varie carenze, ma soprattutto presentano il conto della mancanza di manodopera e di una gestione attenta e continuativa.
L’assessore Moroni scarica le colpe su Bertolaso che le ha scelte e su Berlusconi che le ha volute.
La contestazione è un atteggiamento tipico di un politico d’opposizione, ma per essere propositivi e risolutivi quale alternativa avrebbe preferito l’assessore Moroni?
Forse i container usati in Umbria e Marche sarebbero stati meno dispendiosi e meno difficili da gestire.
Ma soprattutto più agevoli da abitare.
Berlusconi voleva per L’Aquila una [i]new town[/i], stile Milanello, ma Cialente ha lottato per avere le piastre delocalizzate e i tecnici del comune hanno scelto i 19 siti dove collocarle ‘[i]gestendo favori e alimentando vendette[/i]’.
L’assessore Moroni manifesta le difficoltà oggettive del comune di far fronte alle carenze strutturali delle piastre. Il comune e l’assessore sapevano, quando hanno preso in carico dalla Protezione civile la gestione delle new town, che non avrebbero avuto la capacità economica di far fronte alla manutenzione degli alloggi.
Il progetto Case non è e non sarà mai la Panacea di tutti i mali del terremoto aquilano, ma il senso di responsabilità e, soprattutto, una dose maggiore di rispetto per i cittadini aquilani implicherebbe un lavoro molto più assiduo, costante e risolutivo da parte di chi ci governa.
Troppo spesso, ormai, gli amministratori di questa città sottostimano le capacità di analisi critica degli aquilani.
Nel 2009 Cialente rispose a Gino Strada (fondatore di Emergency), che voleva regalare alla città un ospedale nuovo in due anni, che lui non ne avrebbe avuto bisogno perchè in 2 anni avrebbe ricostruito L’Aquila.
di Roberta Galeotti