
di Antonella Calcagni
Non percepiscono ancora lo stipendio di dicembre, tuttavia questo aspetto potrebbe essere secondario rispetto allo spauracchio di perdere il posto di lavoro per i dipendenti del Centro turistico del Gran Sasso.
Sono disperati così ieri hanno inviato una richiesta di incontro urgente al segretario nazionale del Pd Pierluigi Bersani. Un disperato tentativo per difendere il loro posto di lavoro.
«A metterlo in pericolo – scrivono nella lettera a Bersani i lavoratori – è l’inspiegabile mutamento di rotta del sindaco Massimo Cialente rispetto alla privatizzazione attraverso Invitalia».
I lavoratori ricordano l’intenzione di Invitalia di acquistare il centro turistico attraverso Italia turismo con i fondi donati dai parlamentari del Pd attraverso la legge Mancia.
Il comune ha acquistato per 4,2 milioni i capannoni ma Invitalia non ha ancora deciso se acquistare il Centro turistico. Doveroso dunque per i lavoratori informare Bersani della destinazione dei soldi dei parlamentari Pd.
Nella lettera entra in scena anche l’ex presidente Alessandro Comola, garante del buon esito dell’operazione. I dipendenti spendono parole positive nei confronti di Comola, giudicando «irragionevole la revoca voluta dal sindaco». «Ci inquieta – scrivono – sapere che la ragione della revoca, sia la mancata realizzazione della revisione ventennale della seggiovia. Il sindaco stesso aveva, con un atto formale in assemblea del Ctgs, demandato la revisione direttamente a persone di sua esclusiva fiducia, spogliando così l’intero Consiglio di amministrazione delle competenza su tale attività».
Come dire: il presidente non c’entra nulla con il flop e le false partenze della stagione. «Il nostro timore – aggiungono – è che si voglia far fallire o comunque dare la nostra azienda, magari ingrassata di fondi pubblici, a qualche privato senza scrupoli. Le chiediamo dunque di poter essere ricevuti appena possibile, per spiegarle la gravità della situazione».
«Ricordi a Cialente che noi non siamo stati una vita a Campo Imperatore per prendere vento gelido, ma anche per dare da vivere alle nostre famiglie».
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