
di Marianna Gianforte
Troppa burocrazia e incapacità della classe politica hanno strozzato la ricostruzione. L’assemblea cittadina dice basta alla ricostruzione “caotica” e chiede agli amministratori e al governo di cominciare a pianificare sul serio.
Sono partiti gli incontri, cinque in tutto, con i professionisti e la cittadinanza organizzati dall’assemblea cittadina per dare un contributo concreto alla ricostruzione.
Primo incontro al Palazzetto dei Nobili, che si sostituisce, così al tendone di piazza Duomo, dove c’è stato il pienone, nonostante il freddo. Snellimento delle procedure burocratiche, ricostruzione del centro storico, chiarezza delle ordinanze, priorità degli interventi della ricostruzione. Sono gli aspetti principali intorno a cui l’assemblea cittadina vuole che ruoti, da questo momento in poi, la ricostruzione, seguendo una strategia nuova per far rinascere la città.
“Ricostruzione: cominciamola bene!”, è il titolo scelto per questo primo incontro, dedicato in particolare alla bozza relativa agli interventi dei centri storici dell’Aquila. Anche se poi il dibattito si è allargato a tutto lo spettro della ricostruzione, grazie alla presenza del presidente dell’ordine degli Ingegneri, Paolo De Santis, dell’architetto Antonio Perrotti e degli ingegneri Antonello Salvatori e Luciano D’Angelo.
Con questi incontri l’assemblea vuole dare contributi pratici alla ricostruzione. Per l’architetto Perrotti si deve cominciare «dall’eliminare la promiscuità normativa, velocizzare le procedure, indicare le priorità della ricostruzione e non procedere a caso».
Perrotti non ha risparmiato critiche all’assessore alla Ricostruzione Pietro Di Stefano. «Non possiamo aspettare che del piano regolatore si parli tra 5 anni, come vuole l’assessore, intervenendo con delle ‘variantine’».
Altro aspetto sul quale si deve esigere chiarezza è «la copertura finanziaria della ricostruzione», ha aggiunto Perrotti. «Il ministro per la Coesione territoriale Fabrizio Barca ha messo a disposizione i 2 miliardi. Ma quanto abbiamo effettivamente per la ricostruzione? Vogliamo un consuntivo aggiornato. Secondo i miei calcoli, forse per i centri storici ci saranno soltanto 700-800 milioni».
L’ingegnere De Santis ha attaccato di nuovo la politica locale, che «non capiscono niente di terremoto, come invece era in grado di fare la Protezione civile». Per de Santis «il gioco che stanno facendo il governatore Chiodi, l’assessore Giuliante, il vicepresidente vicario del consiglio regionale De Matteis e il consigliere Ricciuti non porta a nulla». «Stanno facendo la guerra di facciata al sindaco Cialente, ma i nodi fondamentali non li toccano mai. Ma perché De Matteis e Giuliante non agiscono?».
L’ingegnere Salvatori, invece, ha sottolineato la «gravità della scelta del governo, dopo il sisma, di concedere soltanto il 60% per l’adeguamento sismico. Se dobbiamo ricostruire la città è un imperativo farlo con il massimo della sicurezza. Perché allora, il governo ha concesso il 100% ai proprietari che scelgono l’abbattimento e la sostituzione edilizia? Il finanziamento deve garantire il 100% dell’adeguamento sismico».