
Si sono rivisti oggi per la prima volta, nell’aula C del tribunale dell’Aquila, la giovane studentessa universitaria laziale che fu violentata quasi un anno fa fuori da una discoteca aquilana e l’ex militare campano Francesco Tuccia, accusato di essere lo stupratore.
Un dibattimento che si svolge con il rito immediato e a porte chiuse per decisione del giudice Giuseppe Grieco, vista la delicatezza e l’efferatezza degli atti.
L’udienza di oggi è stata incentrata soprattutto sulla deposizione della giovane, parte civile, che ha provato a ricordare i terribili momenti della notte del dramma. A sfilare anche alcuni testimoni nel tentativo di ricostruire nel dettaglio la vicenda.
Come nelle precedenti due udienze, nonostante il rigido clima aquilano anche oggi fuori dal palazzo di giustizia si sono ammassate decine di donne esponenti di numerose associazioni che combattono la violenza di genere. In particolare, presente il Centro antiviolenza dell’Aquila, che nella prima udienza ha ottenuto il sì del giudice alla costituzione come parte civile in questo processo, evento non troppo frequente in procedimenti simili, ed è rappresentato dall’avvocato Simona Giannangeli.
Lo stupro avvenne nella notte tra l’11 e il 12 febbraio 2012. La ragazza fu ritrovata priva di sensi e sanguinante in mezzo alla neve che in quei giorni aveva ricoperto L’Aquila, a concreto rischio di morte. I sospetti si sono concentrati da subito su un gruppo di giovani che aveva passato la notte in discoteca e in particolare su Tuccia, che si é sempre difeso parlando di rapporto consenziente.
[url”Torna alla Home Cronaca”]http://ilcapoluogo.globalist.it/?Loid=154&categoryId=206[/url]